"Più palloni per le punte Ci arriveremo col palleggio"

De Rossi: "Massimo rispetto per il Benevento del mio amico Cannavaro, ha raccolto meno di quanto meritasse e mi ha fatto vincere un Mondiale"

Migration

Daniele De Rossi si presenta in sala stampa con un sorrisetto sotto i baffi e un vassoio di pizzette. Aveva sforato l’orario nelle ultime conferenze, e per farsi perdonare ha pagato pegno spontaneamente. Contro il Benevento gli mancheranno ancora Arena e Varnier ("Li recupereremo in pieno con la sosta"), ma ritrova Tripaldelli, Peda e Maistro, "tutti arruolabili al 100%". Inattesa la posizione in classifica del Benevento?

"Un po’ sì, il mio amico Cannavaro ha una grande squadra fatta per le prime posizioni. Complici molti infortuni il Benevento ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato, anche con Caserta in panchina. Quindi massimo rispetto".

A proposito di Cannavaro: ha detto che De Rossi allenatore non se lo aspettava perché vive troppo distaccato dal calcio…

"Penso sia una battuta, è il suo tipico humour. Pur con 10 anni di differenza, io e lui eravamo due tipi che zitti ci stavamo poco sia in spogliatoio che sul piano tattico e dell’atteggiamento. Siamo sempre stati attratti entrambi dal calcio, io ci sono cresciuto in famiglia con papà allenatore. E quando non giochi più, o esci o cambi ruolo: io e lui abbiamo cambiato ruoli, come molti altri ex azzurri. Lippi era un gigante e ci ha stimolati tutti. E’ stato tra i primi a congratularsi con me un mese fa. Sono molto amico dai giorni dell’under 21 anche di Paolo Cannavaro, che riabbraccerò pure domani, perché è il vice di Fabio, che stimo e a cui voglio bene. Il mondiale me lo fece vincere lui".

Argomento tattico: prima di Terni questa Spal che palleggia faticava a trovare sbocchi. In Umbria ne ha trovati, è un segnale di svolta?

"Non è che io sia fissato col palleggio, ma è vero che se la palla l’hai tu non l’hanno gli altri, e che più palleggi e più ragioni. E’ vero anche che dai agli avversari tempo e modo di mettersi a posto, ma lì devi trovare la giocata verticale che ti fa creare l’occasione da gol. Sono quelli che io chiamo i passaggi chiave che rompono la linea di pressione. Per me la Spal deve giocare in base ai calciatori che ha".

Cioè?

"Le squadre vanno modellate sui giocatori. Io ne ho di importanti tecnicamente e davanti ho punte che in B hanno fatto caterve di gol, ma non attaccano la profondità come Osimeh, hanno altre prerogative. Quindi meglio portargli palla fino in area. Spesso col palleggio abbiamo schiacciato a tratti gli avversari. A Terni ci è venuta meglio e dobbiamo essere sempre connessi cosi. I video mi mostrano che anche all’88’ arriviamo in area con 6-7 uomini, si tratta di arrivarci con palle pulite".

C’è una gerarchia di rigoristi? "Sì, ma non la svelo per non dare vantaggi ai portieri. E lascio ai tiratori una certa libertà di scelta a seconda di come se la sentono sul momento, perchè l’allenamento è una cosa, ma in partita c’è un’altra pressione".

Come sta vivendo Ferrara? "Sto da dio, la città è bellissima, la gente educata e la pressione calcistica c’è ma non come a Roma. Devo solo stare attento a non investire le bici contromano… Mi manca solo la famiglia. E’ un mio limite e in futuro dovrò decidere tra portarla con me o cambiare lavoro. Ma allenare è il mio sogno e non vivo stress".

Mauro Malaguti