Presto per sognare Ma questa Spal può far divertire

La squadra è intensa e combatte, come il Cittadella di Venturato che fece i playoff per cinque anni

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Mauro

Malaguti

Son tornati i tempi belli? La ritrovata comunione con tifo e ambiente, che la nuova Spal di Roberto Venturato è riuscita a creare nel giro di un mese appena, lascia sperare che così possa essere, dopo tre stagioni consecutive di cilicio e fustigazioni colpevolmente autoprocurate. La squadra in questo avvio ha steccato solo una gara, la prima di serie B contro la Reggina, suscitando invero parecchi timori. Bravi dopo di allora, i biancazzurri, a ritrovarsi in fretta, pareggiando in rimonta le trasferte di Ascoli e Bari, e vincendo a rete inviolata i difficili incontri interni contro due retrocesse quali Cagliari e Venezia. Il ritorno ai successi al "Mazza" con annesso rito collettivo sotto la curva hanno portato fiducia in un gruppo che già prima del via si era annunciato conquistando il passaggio in Coppa Italia a Empoli, su un campo di A, anche allora soffrendo 120 minuti, e anche allora in rimonta. E’ una Spal che si fa voler bene, perchè gioca e combatte, è intensa e aggressiva, robusta e mai doma.

Sono attributi dei vari Cittadella di Venturato, che per questa via ha conquistato cinque playoff a fila. Lo scorso anno subentrando in corsa non riuscì a trasferire il suo credo. Adesso, confortato dal dover inserire tanti suoi ex giocatori che ne conoscono lo spartito, ha cominciato bene.

Se fisicità, intensità e gioco sono la base del buon inizio, si registrano in parallelo crescite individuali rilevanti, a cominciare da quella del neo-capitano Sasà Esposito. Da quando gli hanno tolto l’ombra ingombrante di Viviani e consegnato la fascia, il ragazzo si è preso la Spal con personalità. Col tempo e la continuità di impiego è ora chiamato all’ultimo step: deve disciplinare e ottimizzare la sua carica. Il ruolo di regista lo esige. Ogni palla persa davanti alla difesa innesca una sanguinosa minaccia per la porta, e nel primo tempo col Venezia Salvatore ha consegnato all’avversario di portarne più di una verso Alfonso.

Sistemato questo dettaglio, il ragazzo sembra avere davanti a sé un’autostrada. Col Venezia, soprattutto nel secondo tempo, era ovunque, e ha messo anche qualche splendido pallone. Il problema non è solo del capitano. Sul pressing del Venezia, tutta la Spal ha perso troppe palle a centrocampo. Ha creato molto in avanti, ma ha corso troppi rischi, congelati da prodezze di Alfonso - grande la prima, con mano di richiamo su Connolly - e dagli errori di Novakovich soprattutto. Due sono state le fasi delicate in cui si sono concentrati i pericoli: il primo quarto d’ora, e l’intermezzo tra il 10’ e il 20’ della ripresa, in cui il Venezia si è presentato tre volte con l’uomo solo davanti ad Alfonso, sempre su palle rapinate nella metà campo di casa. Venturato ha spento con tempismo il frangente inserendo Zanellato, molto più palleggiatore rispetto all’arrembante Proia, e importante equilibratore in mezzo al campo. Da quel momento, la Spal ha gestito meglio, e per trovare una occasione del Venezia si è dovuto attendere il 40’. Questo è il principale dettaglio da curare. Non potrà sempre finire così bene se si concede troppo balbettando nel fraseggio.

Tutto il resto sembra funzionare. Varnier eTripaldelli, che per differenti motivi erano e sono ancora gli osservati speciali in difesa, stanno rispondendo bene. La prima da titolare dell’ex comasco è stata notevole, sicura: il suo problema sono solo le condizioni fisiche dopo gli infortuni. E il terzino sembra in ripresa, soprattutto quando avanza. Valzania sarà un altro fattore, e rimane solo da capire quando e quanto il centrocampo regga due mezzeali di attacco come lui e Proia assieme. L’intesa tra un Moncini finalmente vivo e il capocannoniere La Mantia sta progredendo, e ora la squadra riesce ad alimentare gli attaccanti. E’ presto per sognare, ma se la Spal si batte sempre così e lima le imperfezioni, ci si può divertire. Il mercato ha portato tutti calciatori da alta serie B, soprattutto dalla cintola in su: e in campo si nota bene.