
In Promozione la classifica si sta sgranando, il Solarolo ha una marcia superiore a tutte le concorrenti, l’unica a reggere il ritmo è il Mesola (nella foto), che ha regolato la matricola Felsina con il minimo scarto in riva al Po. "E’ stata una vittoria sofferta ma meritata – afferma il presidente castellano Massimo Modena – Il Felsina ha avuto una sola occasione, mentre noi ne abbiamo costruite di più, oltre ad avere il merito di aver fatto gol con Malagutti, un centrocampista con i vizietto del gol, che aveva timbrato anche con il Trebbo". A Mesola cominciano a crederci. "Siamo consapevoli di essere un gruppo competitivo, bene amalgamato per il lavoro dell’anno scorso con Mattia Salvagno". La seconda miglior ferrarese è il Consandolo, squadra novizia della categoria ma che sta bruciando le tappe. I rossoblù hanno giocato a tennis con il malcapitato Anzolavino, con bum bum Colino autore di una quaterna. "E’ stata la nostra miglior partita, ma possiamo crescere ancora – dice il presidente Luigi Maggi – quando poi sono in giornata di vena Colino e Badjie, come domenica scorsa, possiamo far risultato contro chiunque. E ci mancavano Castelli, Brandolini, Liri e Bianconi, tutti potenziali titolari. Chi li ha sostituiti è stato all’altezza; un plauso a Gaiani, che si è sacrificato come difensore centrale". Secondo tonfo consecutivo per la Comacchiese, travolta a Monte San Pietro. "Serve un bagno di umiltà da parte di tutto l’ambiente, me compreso – afferma Michele Guerriero, l’allenatore – Siamo stati passivi, arrendevoli, e dire che ho mandato in campo la squadra titolare. Serve un atteggiamento diverso, Comacchio merita rispetto, così come i tifosi". Si salva in extremis dalla seconda sconfitta consecutiva la Portuense. Ci ha pensato Daniele Melandri, che ha messo il gol del pareggio al 90’. "E’ un periodo che ci gira storto – commenta Melandri – non siamo fortunati negli episodi. Rispetto alle altre partite si è vista la reazione una volta passati in svantaggio, chiaro che ci sono anche altri aspetti da risolvere". Chiudiamo con il Casumaro, che ha perso a Osteria Grande l’imbattibilità esterna.
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