Spal, Castro e Murgia talenti da recuperare

Ora tocca a Marino rigenerare i giocatori che sono rimasti a Ferrara controvoglia e loro dovranno ricambiare la fiducia

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di Stefano Manfredini

Combattuto tra la soddisfazione per aver trattenuto Berisha e Valoti e la delusione per il mancato arrivo di un attaccante, mister Marino finalmente può lavorare con un gruppo ben definito per almeno tre mesi. Quando arrivò a Ferrara assieme al suo vice Mezzini, il tecnico siciliano era consapevole delle difficoltà che il club – appena retrocesso dalla serie A, con tutto quello che ne consegue – avrebbe trovato sul mercato. In maniera particolare, sapeva che sarebbe stato molto complicato riuscire a cedere tutti i giocatori in esubero o con ambizioni diverse, che adesso – a bocce ferme – deve assolutamente rigenerare. La lista di atleti che non rientravano nel progetto o che sono rimasti col mal di pancia è piuttosto lunga. Non appartengono a questa categoria i già citati Berisha e Valoti, che alla fine dello scorso campionato legittimamente aspiravano a restare in serie A ma che società e staff tecnico sono riusciti a motivare facendone punti fermi della nuova Spal. Il discorso è diverso per Castro e Murgia, che nel corso della preparazione hanno lanciato segnali di insofferenza più o meno evidenti. L’argentino è stato ad un passo dalla cessione fino alle ultime ore di mercato, ma prima i turchi del Denizlispor e poi il Genoa del suo mentore Maran si sono tirati indietro costringendolo a rimanere a Ferrara. Sulla carta, El Pata è uno dei giocatori più forti dell’intera serie B, ma dopo i problemi fisici accusati all’inizio della scorsa stagione al Cagliari non più riuscito a tornare ai propri livelli. Di fatto, alla Spal non abbiamo mai visto il vero Castro, quello che per anni fece la differenza con la maglia del Chievo. Adesso tocca a lui dimostrare di che pasta è fatto, tornando protagonista in un 3-4-1-2 che sembra disegnato apposta per lui o svernare in attesa di trasferirsi nella prossima finestra di mercato. Murgia invece di opportunità di risalire immediatamente in A ne ha avute col contagocce. Troppo deludente il rendimento dell’ex laziale nell’ultimo campionato per sperare in una chiamata importante. Anche lui è potenzialmente un giocatore di categoria superiore, ma sarebbe il caso di dimostrarlo sul campo cantando e portando la croce in linea mediana. Ha un contratto fino al 2024, e la Spal ha tutto l’interesse a rivalutare il proprio investimento.

Viviani e Jankovic rappresentano casi limite, giocatori di talento in caduta libera da almeno un paio d’anni. Liberarsene sul mercato si è rivelato impossibile, con la vicenda paradossale del montenegrino che ha rifiutato il trasferimento al Frosinone facendo fallire la trattativa per Ardemagni. Il rischio di ritrovarseli nei panni di separati in casa è tangibile, ma la Spal si aggrappa all’esperienza di mister Marino per trasformare due zavorre in preziose risorse in vista di una stagione che si profila lunga e piena di ostacoli. Partiranno ovviamente come rincalzi in linea mediana e sulla trequarti, con l’obiettivo di ritagliarsi un passo alla volta piccoli spazi per tornare a sentirsi giocatori veri.