Spal e Venezia, filosofie e scelte agli antipodi

Tacopina e Lupo hanno puntato sul ’made in Italy’, mentre quella lagunare è una multinazionale con 24 stranieri su 30, tecnico compreso

Migration

Lo chiamano ‘campionato degli italiani’, ma in serie B sono sempre di più le società che schierano in maniera massiccia calciatori stranieri. Giusto per fare qualche esempio, nell’ultima giornata il Genoa ne ha utilizzati nove, Pisa e Venezia otto. Balla tra il 65% e il 76% la la percentuale di atleti stranieri mandati in campo da queste squadre dall’inizio del campionato. E non va dimenticato il Parma, con un significativo 73%. Cos’hanno in comune i club citati? Semplice, hanno tutti proprietà americane, che evidentemente hanno voluto dare un’impronta internazionale alle rispettive squadre.

E la Spal di Tacopina? Joe è stato il primo americano in assoluto a sbarcare nel mondo del calcio italiano, al quale però si approccia in maniera del tutto differente rispetto ai colleghi. Il presidente della società biancazzurra sa bene quanto sia importante in questa categoria poter contare su uno zoccolo duro di giocatori italiani, che conoscano la lingua, il campionato e non abbiano quindi bisogno di adattarsi al contesto circostante. Così, il presidente Tacopina ha dato carta bianca al direttore tecnico Lupo e ai suoi collaboratori, che assieme a mister Venturato hanno costruito una Spal ‘made in Italy’.

Non c’è infatti nessuno straniero tra i nuovi acquisti, e nelle prime quattro giornate di campionato praticamente sono stati utilizzati soltanto atleti del nostro Paese. Fanno parzialmente eccezione Peda e Tunjov – peraltro due ragazzi cresciuti nel vivaio di via Copparo –, che finora hanno collezionato rispettivamente 13 e 89 minuti. La Spal non è certamente l’unica società a puntare forte sugli italiani, se si considera che Bari e Sudtirol si avvicinano molto ai numeri della squadra di Venturato. Adotta invece una filosofia completamente diversa il Venezia, prossimo avversario di Esposito e compagni. Stando ai dati forniti da Transfermarkt, l’organico arancioneroverde è composto da 30 giocatori, 24 dei quali stranieri. Peraltro provenienti da 17 Paesi diversi.

Senza dimenticare che pure l’allenatore (mister Javorcic) non è italiano.

Una forzatura, che il Venezia sta pagando con un avvio di stagione senza dubbio al sotto delle aspettative. I lagunari sono stati eliminati in Coppa Italia dall’Ascoli al Penzo, dove hanno perso anche in campionato contro Genoa e Benevento. In trasferta è andata un po’ meglio – vittoria di misura col Sudtirol e pareggio col Cittadella –, ma per una squadra che l’anno scorso militava nel massimo campionato è francamente troppo poco.

Il Venezia ha certamente le qualità per recuperare terreno, ma arriverà a Ferrara dopo una settimana turbolenta e senza una precisa identità: alla Spal il compito di approfittarne allungando la serie positiva.

Stefano Manfredini