Spal già pronta e capace di soffrire E ora la Reggina

La squadra sembra proseguire nel solco del finale dell’ultima stagione. Col dubbio del terzino sinistro

Migration

di Mauro Malaguti

Adesso calmi, eh? Umili, testa sul manubrio a preparare l’esordio in B contro la temibile Reggina, che a sua volta ha ben figurato a Marassi cadendo solo per una questione di rigori. Il monito ai naviganti è doveroso, dal momento che la storia della Spal racconta forte e chiaro che troppo spesso la qualificazione in Coppa è stata preludio a distrazioni in campionato. Però, però… si fatica a non sottolineare l’impresa dei biancazzurri in quel di Empoli, adamantina anche senza i diamanti della maglia away, che consente alla Spal di attendere oggi l’esito di Genoa-Benevento per conoscere il nome della rivale di Coppa di metà ottobre. Al "Castellani" la Spal è piaciuta, anche al di là del risultato, anche nella sua imperfezione. Tecnicamente non tutto ha girato al massimo, come ha sottolineato al termine Venturato per primo, né poteva essere altrimenti.

A metà campo si sono commessi troppi errori nella gestione della palla, compromettendo la ricerca delle punte e dando il la a pericolose ripartenze dell’Empoli su cui Alfonso si è superato. Ma la squadra è sempre stata squadra, e questo ha sopperito. Si è saputo giocare quando si è potuto e anche soffrire quando si è dovuto, tenendo buone distanze sempre. Si sono stretti i denti nelle difficoltà e si è reagito alle avversità, vedi immediato pareggio di Dickmann dopo il gol del bravissimo Cambiaghi. E alla fine, ma proprio alla fine, in piena zona Latte Lath l’ha decisa Arena, il ragazzo che viene dal Monopoli dopo anni di gavetta in serie C, in cui la Spal spera di aver trovato il nuovo Gatti anche in fatto di gol: 5 lo scorso anno, e ora questo di testa in Coppa, svettando in un’area intasata. La Spal sembra proseguire nel solco del finale del campionato scorso, con il vantaggio del lavoro già impostato da Venturato nei suoi primi sei mesi. A Empoli erano in campo solo tre nuovi più il rientrante Murgia, e la "base" già conoscendo lo spartito se ne è giovata in pieno. Forse non è un caso che a livello individuale quelli che han più faticato a inserirsi siano stati proprio i nuovi, con l’eccezione di Arena. Sono quelli che la musica la stanno imparando solo ora. In più La Mantia e Moncini erano davvero alla prima assoluta coi compagni, amichevoli comprese, e quei piccoli acciacchi del primo periodo hanno ritardato l’intesa. Ma La Mantia, pur divorandosi un gol clamoroso, ha già fatto vedere che ariete di lotta e di governo possa essere: finalmente la Spal ha soluzioni anche sulla palla lunga e sui cross alti. In più, LM19 è stato di grande utilità sugli 11 corner dell’Empoli: si mette sul primo palo e con la fronte spazza facile.I collegamenti precari tra centrocampo e attaccanti - troppa fregola di verticalizzare, diversi errori e palle perse, poco fluido il possesso palla - hanno fatto il resto. Nonostante ciò la Spal più di qualcosa ha costruito, soprattutto nel secondo tempo.

Quanto ai singoli, l’applicato Arena e Meccariello sono partiti molto bene, e ancora meglio Dickmann, a segno di nuovo, e si spera ora destinato a restare, anche se Fiamozzi è un ottimo terzino. Alfonso dal canto suo ha profittato delle nozze di Demba Thiam per proporsi autorevolmente da titolare alla prima di campionato. Rimane il busillis del terzino sinistro: il generoso Celia dà tutto, e se in spinta sa proporsi bene, in fase difensiva accusa ancora le note amnesie che già costarono il 2-2 di Alessandria, mentre Tripaldelli rimane tra le quinte. Un pensierino lo farà di certo anche Fabio Lupo, budget permettendo. E si deve sperare che Varnier, assente a Empoli, non si porti dietro scorie dagli infortuni. A centrocampo, aspettando Proia e la partenza di qualcuno (il bell’Esposito di Empoli, finalmente disposto a giocare di prima e in verticale? Murgia che avrebbe qualche chance all’estero?), la nota importante è l’impiego di Mancosu da mezz’ala con Maistro trequartista, che nella ripresa ha dato frutti e potrà aver seguito. Dai giovani come Dalle Mura, Rauti e Rabbi, infine, si attendono segnali, fin qui lanciati soprattutto dal torinista.