Spal, il compromesso playout è più realistico

Difficilmente il Consiglio Federale di oggi accoglierà la proposta della Lega che, in caso di nuovo stop, auspica di fatto il ‘salvi tutti’

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Se perfino Enrico Preziosi, presidente del Genoa ospite ieri a ‘Quelli che il calcio’, si è spinto ad ammonire di non aspettarsi che il Consiglio Federale di oggi accolga la non disinteressata mozione con cui la Lega di A auspica il ‘salvi tutti’, si può ben capire come il lunedì vada atteso con spirito di curiosità, più che con aspettative di sorta. I tifosi della Spal hanno visto spalancarsi di nuovo la speranza di scampare la serie B in virtù dell’emergenza Covid, ma è assolutamente improbabile che oggi la Federcalcio la soddisfi.

Dalle 12 in poi, tra gli altri argomenti all’ordine del giorno figurerà anche quello lanciato venerdì dai cosiddetti ‘prestigiatori’, i 16 presidenti della serie A che (Spal inclusa) hanno votato la proposta delle retrocessioni solo se aritmetiche in caso di un secondo stop del campionato causa contagi. L’evenienza di qualche nuovo positivo anche asintomatico a lavori in corso è tutt’altro che improbabile, con i controlli che sono stati decisi. In quel caso per la A sarebbe giusto non decretare retrocessioni a campionato non completato. Tanto è bastato per riaccendere a Ferrara la fiammella di una salvezza a tavolino.

In Consiglio Federale ci sono 21 voti e la maggioranza è di 11. La Lega di A, a differenza della Premier League inglese, non è autonoma e deve subordinare ogni sua decisione alla Federcalcio, dove Mattioli e colleghi vantano però appena 3 voti. Ben 6 ne vanta la Lega Nazionale Dilettanti: poi ne esprimono 1 la B, 3 la C, 1 il presidente federale, 4 i calciatori, 2 gli allenatori e 1 gli arbitri. La Lega dovrebbe riuscire a portare 8 consiglieri a far la fronda a Gravina e decretarne di fatto una resa politica che può portare come conseguenza sue dimissioni e anche un commissariamento. Insomma, la fuga in avanti pre destinata a naufragare.

Più facile che la salvezza passi solo per il campo, dove la Spal ha cumulato grosse difficoltà di classifica. Si vocifera che però il documento della Lega un frutto di compromesso lo potrebbe produrre: bocciatura della proposta ‘salvi tutti’, ma ripristino di playoff e playout che sembravano cassati dalla trovata dell’algoritmo. Sarebbe già qualcosa, una scorciatoia niente affatto ingiusta, e potenzialmente favorevole ai biancazzurri. Si parla sempre dell’ipotesi di nuovi contagi che impediscano di chiudere il 2 agosto le 38 giornate, va da sè. Meglio di certo gli spareggi sul campo di cervellotiche e impervie proiezioni algebriche. Se campo deve essere, campo sia fino in fondo, lasciando gli alambicchi al solo caso di impossibilità di disputare anche i play. Che poi la serie A a 22 sia la soluzione migliore e che meno si presta a ricorsi e recriminazioni di chicchessia, è sotto gli occhi di tutti, meno che del presidente Gravina e dei club impegnati nelle coppe europee, che temono di aggiungere 4 gare a un calendario stagionale già lungo. Per questo e solo per questo si è giunti all’8 di giugno senza certezze di piano B.

Giggidibiaggio fa bene a insistere sul tasto di una salvezza da conquistare sul campo. E’ il tecnico, ed è obbligato a predicarla e a crederci anche più dei suoi afflitti e apparentemente poco interessati supporters. Così va lo sport. Dal Tour de France di Bartali alla vittoria della stessa Spal sul Bologna nel primo derby che cadde proprio all’indomani della rotta del Po, la sua storia è piena di messaggi ‘miracolosi’ capaci di rimettere in moto il morale e lo spirito di comunità provate dagli eventi quotidiani. Vedano Petagna e i suoi compagni se possono trovare la forza di entrare in quel novero, riscattando la passione dei loro tifosi in quel film muto in scena - senza di loro - dal 23 giugno.