"Spal, un bagno di umiltà per vincere la C"

L’ex Stefano Vecchi ha conquistato la serie cadetta col Feralpi Salò: "Tacopina? A Venezia con lui ho vissuto un’annata come la vostra"

di Stefano Manfredini

Stefano Vecchi sa come si fa. A vincere il campionato di serie C naturalmente, un successo ottenuto alla guida della Feralpi Salò che ha dell’incredibile, considerando che stiamo parlando di una società fondata 14 anni fa che rappresenta una città di appena 10mila abitanti. "Ambivamo ad un torneo di vertice, ma vincere con nove punti di vantaggio sulle più immediate inseguitrici è stata una vera e propria impresa – spiega l’ex allenatore della Spal –. Avevamo quattro o cinque rivali molto competitive, a partire da Pordenone e Vicenza che retrocedevano dalla serie B. Ma aggiungerei pure Padova, Novara e Triestina, società che investono tanto e che sono senza dubbio più blasonate di noi, però alla fine l’abbiamo spuntata".

Come si è sviluppato il campionato?

"Per tanto tempo ha regnato l’equilibrio, poi qualcuno alle nostre spalle ha mollato o è andato in confusione, mentre noi abbiamo continuato a crescere giocando pure un bel calcio".

La Feralpi Salò non poteva non confermarla sulla panchina anche in serie B, giusto? "Porterò avanti questo progetto anche in cadetteria: è giusto dare continuità a quello che abbiamo fatto. Del resto, è un ambiente nel quale mi sono trovato davvero bene: andremo a caccia di un’altra impresa, provando a centrare la salvezza in serie B". Avete l’ambizione di diventare il nuovo Cittadella?

"Magari! La società è seria, l’azienda Feralpi non ha bisogno di presentazioni e abbiamo un presidente che non vuole certo fare brutta figura nemmeno al piano superiore. Va detto però che Salò ha 10mila abitanti e ci sono mille difficoltà. A partire dallo stadio, che ha una capienza di 2.400 posti che bisognerebbe portare almeno a 3.500 per ottenere una deroga. La proprietà ha le risorse per metterlo a norma, ma il Comune mette dei vincoli che ci complicano la vita. Intanto abbiamo ottenuto l’ospitalità del Piacenza, poi vedremo. Sarà sicuramente una bella avventura per un club ha solo 14 anni di vita". Passiamo alle note dolenti, che effetto le ha fatto la retrocessione della Spal?

"Mi ha sinceramente sorpreso, perché i presupposti erano diversi. Il campionato di serie B era molto competitivo, con le matricole Sudtirol, Modena, Bari e Palermo che hanno fatto benissimo mettendo nei guai squadre partite con obiettivi diversi come la Spal. Consideravo quello biancazzurro un buon organico e i tre allenatori che si sono alternati capaci, ma evidentemente tante cose non hanno funzionato".

Nella stagione 2018-19 a Venezia le cose non andarono molto diversamente...

"Giuro, ho rivisto a Ferrara il campionato del mio Venezia: sono successe esattamente le stesse cose. Anche in quel caso il presidente Tacopina cambiò tre allenatori e arrivò la retrocessione. Per fortuna poi il ripescaggio in serie B salvò la stagione, ma quest’anno purtroppo alla Spal non accadrà la stessa cosa".

Cosa farà Tacopina?

"È un presidente orgoglioso, penso che vorrà prendersi la rivincita e non credo proprio voglia andarsene da Ferrara con una retrocessione. Anche a Venezia era pronto a ripartire dalla serie C, prima del ripescaggio". Qual è il segreto per vincere la serie C?

"Umiltà e programmazione, caratteristiche che non mancavano alla Spal della doppia promozione. In Lega Pro si gioca anche su campi di provincia, nei quali non sono i nomi a fare la differenza. Vincere è difficile, perché in ogni girone sono almeno tre le squadre che puntano alla promozione. E poi bisogna per forza arrivare primi! Ripeto, si deve ripartire programmando, senza dare per scontato che si vinca subito. Serve un bagno di umiltà, e poi rimettersi in gioco".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su