Una pochezza preoccupante Difficile aggrapparsi a qualcosa

Una pochezza preoccupante  Difficile aggrapparsi a qualcosa

Una pochezza preoccupante Difficile aggrapparsi a qualcosa

La Spal crolla anche a Bolzano, e con questo nuovo stop in trasferta (dove nel ritorno ha perso sempre tranne che alla prima a Reggio Calabria) si trova a vedere come un miraggio non solo la salvezza diretta, ma anche quei playout che con i successi esterni di Venezia, Cosenza e Perugia sono ora lontani quattro punti. Le concorrenti per sbaglio a volte vincono, la Spal mai. Al di là del dato numerico però, è soprattutto la pochezza continuata dei biancazzurri a preoccupare. La loro incisività è pari a quella di un carro di buoi, e si sarebbe potuto giocare fino al tramonto senza vedere non si dice un gol, ma anche soltanto una penetrazione pericolosa nella rocciosa difesa di un SudTirol che nella giornata ha vinto con con la doppietta di un difensore centrale.

L’unico appiglio cui la Spal – contestata alla fine dai suoi magnifici tifosi accorsi in più di 700 anche al "Druso", e richiamata da La Mantia sotto il loro settore a prendersi le dovute rampogne – si può aggrappare riguarda il primo gol. Se c’è una cosa di cui una squadra prostrata nel morale e offensivamente tanto impotente non aveva bisogno, era uno svantaggio sfortunato sul groppone.

Invece il SudTirol è passato a quel modo, su un tiro da fuori che ha sbattuto su Zaro in apparente offside, e alla prova del Var invece in salvo di pochi centimetri. E’ stato molto chiaro in quel momento che Dickmann e compagni non avrebbero avuto la forza di rimontare o ribaltare quello svantaggio, e così è stato. Il SudTirol li ha costretti alla partita che Oddo si attendeva, tutta difesa e ripartenze, e più di uno sterile palleggio di derossiana memoria la squadra non è riuscita a cavare.

In cosa possa sperare la Spal nelle otto prossime partite è difficile a dirsi, e lo stop di Cosenza rischia di essere stato la tomba delle sue velleità e il trampolino di lancio dei calabresi. Oddo confida nel recupero di qualche pezzo importante, cioè Nainggolan, ma un uomo solo in questo deserto di gioco e di cattiveria agonistica può pochissimo. Troppi gli errori societari e tecnici di stagione per non dover pagare dazio.

Ma finché c’è vita ci deve essere speranza: quindi ben venga la sosta, e poi sotto con la Ternana. Una resa a 8 turni dalla fine sarebbe senza attenuanti.

Mauro Malaguti