Varnier: "Al mister devo tutto, mi piace attaccare e difendere alti"

"Le gerarchie nel reparto?. Si parte tutti da zero, voglio. dimostrare in allenamento. che sto bene e quanto valgo"

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Nuovamente alle dipendenze di Roberto Venturato, con Nesta come idolo. Marco Varnier, classe 1998 e scuola Atalanta, è pronto a riprendersi in mano la carriera, dopo anni difficili per diversi problemi fisici.

Cosa significa, per lei, ritrovare l’allenatore di Cittadella? "A lui devo tutto, perché mi ha catapultato nel mondo dei professionisti e ha puntato subito su di me, anche se ero solo un ragazzo. Mi ha insegnato molto e mi ha sempre dato fiducia, così grazie a lui sono riuscito a maturare. Mi fa piacere ritrovarlo, perché la stima è reciproca. Poi so già quello che propone, quindi parto avvantaggiato".

Cosa chiede ai difensori?

"In generale molta intensità e gioco con la palla. A noi difensori chiede di attaccare in avanti e non indietreggiare: è una filosofia che mi piace molto, anche perché propone in generale un calcio offensivo. E’ chiaro che difendere alti non è facile, ma è anche un modo per mettersi alla prova".

A livello fisico, come si sente? "Adesso molto bene. Quattro anni fa ebbi dei problemi alle ginocchia e da lì inizio un po’ il mio calvario. Anche l’anno scorso a Como ho avuto qualche incidente di percorso ma nel finale sono tornato a giocare".

In linea teorica, lei dovrebbe formare la coppia titolare con Meccariello…

"Si parte tutti da zero, come sempre ad inizio stagione, e non ci sono gerarchie. Io dovrò dimostrare in allenamento quanto valgo".

Lei ha già conosciuto il Mazza. Cosa ne pensa?

"Sì, ero venuto a Ferrara con la Nazionale anche prima della ristrutturazione e già all’epoca mi aveva impressionato. E’ uno stadio sicuramente affascinante, come la Curva Ovest. Ma devo dire che tutte le strutture biancazzurre sono impeccabili, e questo ci permette di lavorare molto bene".

Matteo Langone