Peppe Servillo a Bertinoro. "Una canzone per Maradona"

Peppe Servillo in un doppio appuntamento a Bertinoro stasera e domani apre Entroterre Festival

Peppe Servillo

Peppe Servillo

Bertnoro (Forlì), 18 luglio 2020 - Col suo stile teatral-minimalista, il cantattore Peppe Servillo , front man degli Avion Travel, fratello dell’attore Toni, è al centro della seduzione del palco per un progetto affidato al talento di anime intrise di musica che hanno per stampella la poesia. Come quello con cui oggi apre Entroterre Festival nel cortile della Rocca di Bertinoro – parte della kermesse jazzistica in corso d’opera –, spalmato tra pomeriggio e sera (ore 20.30 e 22) assieme a Javier Girotto, virtuoso del sax. Cui segue domani l’omaggio alla Napoli dei Quartieri Spagnoli che vivono di pane e calcio, con a fianco Natalio Mangalavite, pianista. Due geniali compositori italo-argentini osannati da una parte all’altra del globo. Servillo, quello di stasera è un progetto aperto al mondo? "Un po’ lo è: siamo a metà del guado tra la canzone avita, popolar-nostrana e le atmosfere suadenti di quella argentina. Da cui Girotto estrae ininterrotta magia, col sostegno della sobria big band Entroterre Orchestra diretta da Cristiano Arcelli, coerente con lo spirito del festival. A partire da No te mueras nunca di Caceres & Buschini, dedicato a Diego Maradona, dall’album La Vuelta del Malo ". Domani arriva ’O viento che passa e vasa’ per l’omaggio alla Napoli del pallone per cui l’affiancherà Natalio. "Sfoglierò alcuni passi del libro di Maurizio De Giovanni Il resto della settimana , uno squarcio policromo del mondo dei piccoli bar dei Quartieri Spagnoli prima e dopo le partite degli azzurri, per indagare l’animo di una città che è autentico teatro en plein air". I progetti? "Entro l’anno per il quarantennale degli Avion Travel riproporremo i nostri primi tre dischi Bellosguardo , Opplà e Finalmente fiori . Nel frattempo vado avanti con il trio Girotto-Mangalavite e con il Solis String Quartet". Ricordi del teatro: lei e Toni ’Indivisibili’, per parafrasare il titolo del film di Edoardo De Angelis? "Piuttosto complementari l’uno all’altro come fratelli. Il lavoro fatto a teatro è sempre stato al servizio della storia che volevamo raccontare, mai usata come pretesto. Portare in tour assieme Le voci dentro è stata un’esperienza straordinaria, in Italia e all’estero, da cui ho tratto giovamento anche come cantante". Quelli legati al cinema? "Mi riportano al Quijote di Mimmo Paladino che rivisitò il capolavoro di Cervantes, con il sottoscritto nel ruolo dell’hidalgo e Lucio Dalla in quello di Sancho Panza". Meno aleatoria di entrambi è la tv… "Dove apparirò nell’abito talare di Don Pierino, ’sacerdos’ vecchio stile che orienta cervello e istinti de Il commissario Ricciardi , titolo dello sceneggiato che uscirà con il nuovo palinsesto della Rai in autunno, girato nella Taranto vecchia". Un grande artista abituato alle platee globali può conservare almeno un sogno nel cassetto? "Uno ce l’ho ed è l’ipotesi di un lavoro tutto mio, ma sono talmente curioso di esplorare quello che fanno gli altri che finisco per trascurare l’almanacco delle mie potenzialità".