Otto anni di Alzheimer: il film su nonna Ede commuove Parigi

La malattia di Ede Bartolozzi, modiglianese morta nel 2009 a 80 anni, è stata raccontata da una regista francese nel film 'Vivere'

Ede Bartolozzi con la figlia Paola Valentini

Ede Bartolozzi con la figlia Paola Valentini

Modigliana, 29 gennaio 2017 - Gli ultimi anni di vita di una anziana e speciale donna saranno rappresentati oggi a Modigliana (al teatro dei Sozofili, alle 16.30), in un film di un’ora e 49 minuti intitolato ‘Vivere’. E’ il racconto tenero e struggente dell’evoluzione dell’Alzheimer in Ede Bartolozzi, modiglianese morta nel 2009 a 80 anni. Otto dei quali furono ripresi dalla regista francese Judith Abitbol per un film documentario, autofinanziato, che è già stato proiettato in Francia. La musica originale è di Denis Valentini, nipote di Ede.

Lo schermo racconta – in modo garbato – una patologia molto diffusa che si caratterizza per il progressivo allontanamento dal mondo reale. Chi ne soffre, ed Ede lo evidenzia nel suo percorso, tende sempre più a dimenticare eventi recenti: memoria e apprendimento peggiorano continuamente come l’orientamento spazio-temporale, il comportamento e, a volte, l’umore. Le riesce prima difficile, poi quasi impossibile, comunicare e cucinare, fare la spesa o prendersi cura della propria persona.

La malattia le fu diagnosticata nel 1999. Due anni dopo, all’inizio delle riprese, nella sua abitazione in località ‘Corea’, Ede coltiva l’orto, raccoglie fiori, confeziona e cucina cappelletti, tortelli e altri manicaretti, cuce con abilità, è amabile conversatrice in italiano e dialetto con parenti e vicini. Ma col passare degli anni aumentano le difficoltà ad elaborare frasi e a esprimersi o gestire i movimenti. La modificata quotidianità via via ripresa nel film riconosce molti di questi sintomi e, giustamente, si sofferma sui ripetuti tentativi della figlia Paola di rallentarne le complicazioni attraverso esercizi vari di manualità, letture, colloqui, assidua compagnia e stimoli continui.

L’inizio del film è il viaggio in macchina di Paola mentre raggiunge Modigliana ne descrive le caratteristiche. E termina con la dolce uscita di ‘scena’ di Ede. "Ho filmato quello che stava scomparendo – spiega la regista Abitbol – anche lei lo sapeva. Ede e Paola erano legate da un affetto straordinario. Il film lo mostra in questo paese, con la famiglia, gli amici, i vicini, gli abbracci dei corpi, i visi e le mani. E’ una testimonianza di quello che alla fine resterà: l’immensa gioia di vivere e di aver amato".

Paola Valentini, 57 anni e ultima di tre fratelli dopo Franco e Roberto, è una presenza costante, seppur per brevi periodi: vive e lavora a Parigi come designer di gioielli fin dal 1980. «Il film è un immenso regalo. Ciò che resta sono il sorriso di Ede, la sua espressione e persino la sua voce». A Parigi, dieci giorni fa, sono state effettuate quattro proiezioni di ‘Vivere’. «Poi, siamo state intervistate io e la regista», racconta la figlia. L’associazione France Alzheimer lo promuove e organizzerà 50 proiezioni e dibattiti. Inoltre è entrato a far parte del catalogo del Centro Nazionale della Cinematografia transalpino. Domani alle 20.30 sarà proiettato anche al cinema San Biagio di Cesena.