Forlì, Comune, bufera stipendi. Al vaglio documenti e pc

Carabinieri e Finanza vagliano il contenuto nell’indagine su Livia Tellus

Gli agenti della Finanza al lavoro

Gli agenti della Finanza al lavoro.

Forlì, 16 novembre 2017 - Documenti, personal computer e telefonini sequestrati. Tutto ora è al vaglio dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo della Comando provinciale, coordinati dal sostituto procuratore Laura Brunelli. Il materiale è stato sequestrato all’interno dell’attività che ha portato alla notifica di due avvisi di garanzia al direttore generale del Comune di Forlì, Vittorio Severi, e al presidente di Livia Tellus, Gianfranco Marzocchi. L’ipotesi di reato è abuso d’ufficio.

Sulla vicenda ieri è intervenuto, con una nota, il sindaco Davide Drei: «Ho appreso dagli organi di informazione notizia dell’iniziativa giudiziaria assunta dalla magistratura rispetto al tema dei compensi di Livia Tellus Romagna Holding e, a tale riguardo, mi preme sottolineare piena disponibilità e collaborazione allo svolgimento delle indagini, come già ho avuto modo di fare nei mesi scorsi – scrive –. Rispetto a quanto apparso sulla stampa, ci tengo a ribadire che le scelte adottate in materia di compensi degli amministratori della holding e delle partecipate, sono sempre state finalizzate alla diminuzione dei costi complessivi, a totale ed esclusivo beneficio dell’interesse pubblico». Le verifiche riguardano la legittimità dell’aumento dei compensi del consiglio di amministrazione di Livia Tellus (contenitore delle società partecipate dai Comuni dell’Unione e di alcune società controllate), decisa nel luglio 2015 dal cda stesso. Lo stipendio di Marzocchi era passato da 8mila a 32mila euro.

Nei mesi scorsi è stato deciso il congelamento degli stipendi e avviata la restituzione della parte eccedente (quest’ultima quantificata in 44mila euro). Non si sono avute più notizie su questo elemento: i soldi sono stati tutti restituiti? Il cda capeggiato da Marzocchi, nominato nel 2015, è in scadenza proprio quest’anno. Possibile che l’avviso di garanzia a suo carico spinga i soci (cioè i Comuni) a puntare su un nuovo presidente.