Forlì, coniugi e prof vanno in pensione insieme. "La nostra vita in cattedra"

La storia dei due storici insegnanti, moglie e marito

Roberto Zannoni e Annarita Salvigni

Roberto Zannoni e Annarita Salvigni

«Sono andato in pensione – spiega Roberto Zannoni – dopo 42 anni e 10 mesi di impegno scolastico e solo due giorni fa ho ricevuto dall’Inps la risposta che la mia domanda di pensionamento era stata registrata e accolta. Non ho ancora chiuso definitivamente col mio Istituto scolastico, infatti non ritengo giusto abbandonare le consegne. Ad esempio, sono stato responsabile del registro elettronico e il nuovo docente mi ha chiesto una iniziale collaborazione per il funzionamento di tale registro ed io mi sono dichiarato disponibile. Nella scuola molte cose sono cambiate e, a volte, i nuovi docenti non sono preparati alle novità tecniche che sono state introdotte». Ovviamente se non restano appunti, documenti o materiali specifici, gran parte dell’esperienza maturata da un docente finisce per andare perduta. E questa ricchezza merita di essere preservata. Lo stesso vale per quanto riguarda il contatto con gli studenti.

«Mi è stato riferito – continua Zannoni – che alcuni ragazzi mi rimpiangono non solo per le competenze, ma per i rapporti umani intercorsi fra noi. Ancora non mi sono abituato ad essere pensionato, ma non credo di avere rimpianti anche se riconosco che la scuola ha ricoperto un ruolo importante nella mia vita e mi ha fatto conoscere direttamente la crescita fisica, culturale e concettuale dei ragazzi ed è stata sempre un motivo di nuove conoscenze». Come sarà la scuola domani? «Ognuno è ovviamente sostituibile. Molti docenti giovani hanno notevoli e moderne competenze, in linea coi tempi. Tantissime cose si modificano con grande rapidità: occorre forza ed energia per mantenersi, soprattutto nella scuola, sempre aggiornati. Sono andato in pensione anche se potevo restare nella scuola ancora un anno, ma ho preferito lasciare l’insegnamento. Come ingegnere mi dedicherò ad altre cose che mi fanno piacere. Io e mia moglie avremo più tempo da dedicare a noi stessi, ai nostri figli ai nipoti e allo sport. L’aspetto positivo è che, da quando si va in pensione, tante cose si possono fare con calma, senza doversi affannare. Ci sono poi tanti progetti che io e mia moglie vorremmo realizzare, compreso qualche viaggio».

«Credo poi sia giusto aggiungere – spiega Anna Rita Salvigni– che un po’ di rimpianto per la scuola resta. E’ un piacere veder crescere i ragazzi, constatare il loro interesse per le novità e le nuove conoscenze (un po’ meno la mania per i cellulari!). Il passaggio dall’infanzia all’adolescenza è un momento straordinario. Tuttavia andando in pensione, so di riacquistare la quotidianità, di poter dedicare più tempo alla famiglia e di approfondire i miei interessi culturali, la lettura e, ovviamente, non tralasciare i viaggi».