"Così abbiamo aiutato la famiglia di Dan"

Il quartiere del 61enne morto per Covid e il reparto di Rianimazione dov’era ricoverato hanno consegnato i fondi raccolti a moglie e figlio

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"Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto. Grazie per il vostro amore, grazie perché sono capitata a vivere in un paese meraviglioso abitato da gente meravigliosa. Ma grazie soprattutto perché non mi avete mai fatto sentire sola, ho sempre sentito l’affetto e la vicinanza da parte di tutti voi". Fatica a parlare a tratti, vinta dalla commozione, Andrea, la moglie di Dan Tanasescu, il dipendente della Blue Line morto di Covid a 61 anni il 29 marzo dopo un mese di ospedale. Gli abitanti di Villafranca, e non solo, hanno voluto ricordarlo, aiutando concretamente Andrea e Patrick, il figlioletto di 6 anni. Infatti i concittadini e gli amici di Dan hanno posizionato di fronte a sei negozi del paese delle cassette per la raccolta fondi dove chi voleva poteva dare qualcosa che poi sarebbe stato donato alla famiglia.

L’idea, partita da Marco Cavina, responsabile del Polisportivo di Villafranca, è stata abbracciata immediatamente da tanti: dagli amici di Dan, ben voluto ed apprezzato da tutti, e dall’associazione ‘Il Palazzone’ che organizza attività per anziani, bambini, ragazzi portatori di handicap. L’altra sera la campagna solidale ha visto il suo epilogo con la consegna del ricavato alla vedova di Dan: "Vogliamo ufficializzare con un lieto fine questa iniziativa – ha detto Cavina – a cui la nostra comunità ha risposto in maniera positiva. Questa somma, dopo che le cassette sono state ritirate lunedì, vuole essere un piccolo aiuto per Andrea e per il suo bambino, ma anche una goccia di fiducia nel mare del loro futuro. Andrea sa che non è sola e che è accompagnata dal nostro affetto. Vorrei sottolineare che c’è stata la volontà da parte di tutti di fare qualcosa per ricordare Dan, il cui sorriso, la cui gentilezza, disponibilità ed educazione hanno lasciato un segno in tutti noi".

Ma oltre al contributo dato dai cittadini di Villafranca, c’è stato un altro segnale particolarmente significativo di quanto Dan sia stato in grado di incidere sulle vite di quelli che l’hanno conosciuto. Infatti una raccolta fondi è stata organizzata e portata a termine dal Reparto di rianimazione dove il rumeno è stato ricoverato: "Abbiamo conosciuto Dan in un momento tragico – ha detto Susanna, capo sala del reparto – e abbiamo conosciuto Dan come paziente nel vero senso della parola. Ci siamo trovati di fronte ad una persona veramente eccezionale: tranquillo e disponibile. Da più di un anno noi tutte siamo nel vortice del Covid, siamo spesso esasperate e sfinite ed era lui che faceva coraggio a noi. Noi avevamo addirittura bisogno di Dan, di andare nella sua stanza per vedere i suoi occhi ed il suo sorriso. Anche se eravamo bardati con mascherine e tute, ci riconosceva dagli occhi ed aveva imparato tutti i nostri nomi. Il rapporto che abbiamo avuto con lui ci ha dato un grande insegnamento di vita e come hanno scritto delle mie colleghe: ’Dan anche se non c’è più non ha perso la sua battaglia perché certe persone non muoiono mai’. E poi anche sua moglie Andrea è stata un esempio di compostezza e dignità fino alla fine".

Andrea è stata profondamente toccata da tutti questi gesti e da questa vicinanza: "Dio mi ha fatto un regalo, – ha concluso commossa – mi ha dato la possibilità di vivere 25 anni insieme a Dan e lui mi ha insegnato tanto. Ora il mio compito ed il mio obiettivo sarà quello di insegnare a Patrick tutto quello che ha fatto suo padre e di farlo crescere come lui".

Stefano Benzoni