Una legge contro i gadget del duce? "Macché fascismo, è commercio"

Una proposta del Pd mette a rischio i negozi di Predappio

SOUVENIR IN VETRINA Alcuni dei numerosi oggetti e bandiere in vendita nella città di Mussolini (Frasca)

SOUVENIR IN VETRINA Alcuni dei numerosi oggetti e bandiere in vendita nella città di Mussolini (Frasca)

Forlì, 23 aprile 2016 -  I saluti romani saranno banditi dal suolo nazionale, insieme alla vendita di souvenir o gadget che inneggino alla ‘propaganda del regime fascista e nazifascista’? E’ stata ‘incardinata’ mercoledì scorso nella commissione Giustizia della Camera, con la relazione svolta dal relatore Walter Verini, la proposta di legge a prima firma Emanuele Fiano del Pd (firmatario anche il deputato forlivese Marco Di Maio), che mira a inserire nel codice penale l’articolo 293-bis, relativo alla ‘Propaganda del regime fascista e nazifascista’. Già attualmente leggi e sentenze della Cassazione vietano l’apologia di fascismo, fra cui i saluti romani. Ma la nuova proposta di legge, formata da un solo articolo, precisa: «Chiunque propagandi le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni».

Se la proposta del Pd diventasse legge, metterebbe a rischio i tre negozi di gadget di Predappio, che vendono da decenni busti del Duce, magliette, vino, manganelli, calendari e altri souvenir del genere? «Sulla legge in discussione – taglia corto Valeria Ferrini Casadei, titolare di Ferlandia, il negozio aperto dal 1990 in via Roma 100 – non ho niente da dire. Io faccio il mio lavoro». Entra invece nel merito Angela Di Marcello, presidente dell’associazione Libreria Madonna di Predappio (legata a padre Tam), che è subentrata da poco nella gestione del negozio Ultima Bandiera, nome sostituito da ‘L’uomo della Provvidenza’, in via Roma 94: «La proposta di legge è anticostituzionale, perché lede i diritti civili. Per vendere oggetti che si riferiscono a Mussolini, non è detto che io sia fascista o faccia propaganda. La gente viene a Predappio per la tomba di Mussolini e la sua storia, non certo per ricostituire il partito fascista». Ancora più risoluto Pier Luigi Pompignoli, titolare dal 1987 di Predappio Tricolore Souvenir di via Matteotti 53: «Nessuno riuscirà mai a cancellare i 20 anni del fascismo, che ormai sono storia e storia resteranno». E aggiunge: «Vietare di vendere i ricordi di Mussolini a Predappio sarebbe come vietare di vendere le immagini del Papa a Roma». E conclude: «Il mio negozio non solo ha dato da mangiare a me, ma anche ai miei tre figli, ad alcuni miei fratelli e a varie commesse. Negozi di gadget del Duce e del fascismo si vedono in tutta Italia, comprese le bancarelle dei mercatini di Cervia. Solo a Milano ci sono dieci negozi. Non è apologia di fascismo, ma commercio».