Forlì, l’eredità va tutta al maggiordomo. Nipoti all'asciutto

Escluse dal testamento, tre donne fecero causa per circonvenzione d’incapace

La battaglia legale si è conclusa con sentenza favorevole al maggiordomo

La battaglia legale si è conclusa con sentenza favorevole al maggiordomo

Forlì, 20 settembre 2019 - Nulla da fare. Le nipoti restano a bocca asciutta: l’eredità milionaria della vecchia zia morta due anni fa a 95 anni va tutta al maggiordomo. Per loro neanche un fetta di pianerottolo del sontuoso palazzo in centro storico; non un centesimino dei milioni in banca, tra conti, titoli e azioni; e possono pure scordarsi – le nipoti – i due appartamenti che l’anziana aveva acquistato anni fa, nella prima periferia della città, probabilmente proprio in vista d’una generosa donazione alle care parenti.

Tutto ha inizio quando muore il marito e l’abbiente donna resta sola. Una ventina d’anni fa. Non ci sono figli. E allora sulla scena si profila quell’uomo, il maggiordomo, 59 anni, forlivese, che viene regolarmente assunto – con la collaborazione della moglie – come tuttofare al servizio della ricchissima vegliarda. Da lì in poi c’è uno scarto di tempo. L’uomo diventa un confidente, un fido aiutante, sempre presente, giorno e notte. Senza di lui lei è persa. Ed è lui a chiuderle gli occhi, al suo trapasso.

Occhi sbarrati, infiammati di stupore e rabbia, quelli delle tre nipoti, alla lettura del testamento, nello studio del notaio. Inorridite e umiliate, le donne – già pronte a tuffarsi nella smisurata fortuna della zietta – fanno causa. Denunciano il maggiordomo. Per circonvenzione d’incapace: secondo l’accusa, quando mutò il testamento, poco prima di morire, nel 2017, l’anziana sarebbe stata suggestionata, raggirata, dal fido maggiordomo.

Non è così. Il giudice Giorgio Di Giorgio ha stabilito che la facoltosa zia era lucidissima quando diseredò le nipoti a vantaggio totale del leale tuttofare, onnipresente, servizievole, instancabile. Pure la pubblica accusa (pm Francesca Rago) al termine dell’udienza odierna s’è allineata ai dettami di un paio di perizie – una grafologica, un’altra medica – che non lasciavano dubbi. Il verdetto è conseguenziale; e il maggiordomo va all’incasso del dorato patrimonio.

Le nipoti non possono che accettare la sconfitta: non s’erano costituite parti civili e adesso, visto che pure la procura s’è convinta che nessun reato è stato commesso, non potranno promuovere alcun ricorso. L'ultima spiaggia è la pista dell’azione al tribunale civile, per l’eventuale richiesta di annullamento del testamento. Ma per ora il maggiordomo – difeso in aula dall’avvocato Giovanni Principato – si gode l’eredità. Da nullatenente a milionario.

 

ma. bur.