"Siamo falliti per una mail non letta"

Denuncia della legale rappresentante di Vicap: "Avevamo lavoro e disponibilità economica"

Forlì, un mezzo della Calcestruzzi Vicap (Foto Frasca)

Forlì, un mezzo della Calcestruzzi Vicap (Foto Frasca)

Forlì, 17 dicembre 2015 - «Mi sembra una beffa fallire per una Pec non letta. Di solito fallisce chi ha difficoltà economiche o non ha lavoro. E non era il nostro caso». L’imprenditrice forlivese Stefania Casadei racconta la vicenda ‘paradossale’ della sua azienda, la Calcestruzzi Vicap, che dal 1991 produce e commercializza calcestruzzi. Cosa è successo per precisione il 2 dicembre scorso? Che una sentenza del Tribunale di Forlì ha sancito il fallimento dall’impresa.  Tutto nasce dalla domanda di istanza di fallimento presentata nei mesi scorsi a palazzo di giustizia da un creditore della Vicap. È stato poi ovviamente il personale del tribunale a girare all’impresa via Pec – la posta elettronica certificata, utilizzata dagli enti pubblici per le loro comunicazioni – la mail con la data dell’udienza.

L’impiegata della Vicap legge la mail, non la gira a Casadei, che dell’impresa è anche legale rappresentante. Morale: il 26 novembre l’imprenditrice, difesa dagli avvocati Corrado Dragoni e Giorgio Contratti, non essendo venuta a conoscenza della scadenza, non si presenta in udienza e quindi non si oppone all’istanza. La giustizia, però, fa il suo corso. Tempo una settimana e, dopo la camera di consiglio, il giudice emette sentenza: la Calcestruzzi Vicap è fallita. Cinque persone perdono il lavoro, in azienda arriva il curatore fallimentare e Casadei mastica amaro: «Com’è possibile – ripete – fallire per non aver visto una e-mail? Ora, comunque, c’è la voglia di ripartire».