Gianfranco Bolognesi, fondatore della Frasca morto: la sua cucina ha conquistato tutti

Castrocaro, aveva 82 anni. Era il ristoratore rimasto più a lungo nella mitica guida Michelin. Aveva servito Wojtyla, Scalfaro e Ciampi, ma anche Mike Bongiorno

Bolognesi con la moglie Bruna

Bolognesi con la moglie Bruna, in un collage del grande fotografo Franco Fontana e con Giovanni Paolo II.

Castrocaro, 22 novembre 2021 - Lutto per Castrocaro e per tutta l’Italia dell’enogastronomia. Ieri è venuto a mancare Gianfranco Bolognesi, patron della pluristellata Frasca e già primo sommelier d’Italia. Appena tre mesi fa il celebre gourmet aveva perso l’adorata moglie Bruna, con cui aveva condiviso 59 anni di matrimonio e innumerevoli successi professionali. Un dolore grande che aveva ancor più minato un fisico già provato. Tra poco meno di un mese avrebbe compiuto 82 anni. O come avrebbe detto lui scherzosamente "quattro volte venti" più due.

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Autentica pietra miliare nella storia della ristorazione e dell’enologia italiana e internazionale, dopo il diploma alla scuola alberghiera e la lunga trafila da cameriere a maitre in prestigiosi alberghi, Bolognesi aveva compiuto un’autentica escalation: nel 1971 aprì la Frasca a Castrocaro, trasformato nel volgere di pochissimo da piccolo ristorante a tempio della cucina italiana. Nel 1975 il conferimento della prima stella Michelin, undici anni più tardi la seconda, conservata ininterrottamente per 26 anni. Un autentico record, un successo avallato da premi e giudizi prestigiosi.

Per Bolognesi la buona tavola era un’occasione conviviale e uno stile di vita. Non si contano i grandi eventi del territorio conclusi amichevolmente in via Matteotti tra un piatto esclusivo e un vino d’annata. Selezionato con acume da chi aveva conosciuto il piacere del calice solo a 19 anni. Il prestigio conseguito a livello mondiale portarono l’orgoglio di Castrocaro e della Romagna nel mondo a realizzare cene di gala al Four Season di Milano, all’Hilton di Roma, alle Ambasciate italiana e Londra e Mosca. E ancora all’Aetheneum Club di Londra, che vanta tra i soci 48 premi Nobel, al ristorante del parlamento di Berlino. Mise a tavola due presidenti della Repubblica (Scalfaro e Ciampi nelle loro visite a Forlì) ma l’incarico che gli allargò il cuore risale al 1986, quandò cucinò per Giovanni Paolo II in occasione della visita del Papa.

Galantuomo di altri tempi, rotariano e cavaliere della Repubblica, pochi mesi fa aveva rivendicato di aver inventato i passatelli nella versione asciutta. Al suo attivo anche numerose pubblicazioni, tra cui un’edizione de ‘La scienza in cucina’ di Pellegrino Artusi rivisitata assieme ad Arrigo Cipriani, Gualtiero Marchesi, Fulvio Pierangelini e Gianfranco Vissani, il gotha della ristorazione italiana. Diversi i volumi scritti con l’amica Elsa Mazzolini, direttrice de ‘La Madia’, con cui aveva appena ultimato un’opera a quattro mani sui personaggi che avevano frequentato La Frasca: da Mike Bongiorno a Clara Agnelli, da Leonardo Mondadori a Ennio Morricone, diventati presto amici grazie alla cortesia e alla generosità di un uomo unico. Al libro aveva dedicato le ultime energie, un sogno che non ha fatto in tempo a coronare. Lascia le figlie Stefania e Melania, cinque nipoti e due pronipoti. Non è ancora nota la data dei funerali.