Ingegneria cellulare contro il virus: prestigioso incarico

L’istituto meldolese rappresenta l’Italia col San Raffaele in un importante studio finanziato dalla società telefonica spagnola Cellnex

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L’obiettivo è ambizioso: comprendere la risposta dei linfociti T all’infezione da nuovo coronavirus e modificarli con tecniche di ingegneria cellulare per aiutarli a sconfiggere il Covid. Per raggiungerlo, la società telefonica spagnola Cellnex Telecom ha deciso di finanziare con 5 milioni di euro un consorzio di centri di eccellenza europei nel campo delle terapie geniche e cellulari. E tra gli enti che parteciperanno al progetto c’è anche l’Irst di Meldola.

Il progetto durerà due anni e si concentrerà su due strategie terapeutiche distinte, che si basano entrambe sull’ingegnerizzazione dei linfociti T: da un lato aiutare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere e colpire le cellule infettate dal virus; dall’altro ridurre lo stato iper-infiammatorio che caratterizza le forme più gravi della malattia. L’idea innovativa è quella di reinventare tecnologie messe a punto per la lotta ai tumori e usarle per aiutare l’organismo a rispondere in modo efficiente all’infezione. Per modificare con successo le cellule del sistema immunitario però, è necessario prima capire di più della loro azione nelle varie fasi dell’infezione. Questo sarà possibile anche grazie ai campioni biologici raccolti dall’Irst nel contesto dello studio Corsa.

"Siamo onorati di rappresentare l’Italia, insieme all’Ospedale San Raffaele, in un progetto così importante e ambizioso, capace di raccogliere centri di valore internazionale e che sicuramente avrà ricadute anche in ambito oncologico", commentano il prof. Giovanni Martinelli, direttore scientifico dell’Irst-Irccs, e il dottor Massimiliano Mazza, biotecnologo del Laboratorio di bioscienze della struttura, impegnato nello sviluppo preclinico di anticorpi terapeutici e terapie cellulari antitumorali.

"La scelta, per un Irccs oncologico qual è Irst, di aderire a questo studio preclinico è, anzitutto, dettata dall’impatto nefasto che il coronavirus ha sulle persone affette da tumore; una fascia di pazienti già portatori di fragilità gravi e particolarmente sensibili alla severità dei sintomi del Covid-19. La comprensione della risposta immunitaria nei pazienti Covid-19 ci consentirà di proteggere meglio i nostri malati. In più, lo sviluppo di terapie cellulari anti-Covid-19 getta le basi per approcci terapeutici di tipo cellulare che utilizzino l’ingegneria genetica a scopo terapeutico proprio contro il cancro", concludono i due medici.