"L’azienda si amplia, nonostante il Covid"

La Bandini Casamenti acquisisce due nuovi capannoni: uno sarà destinato a stoccare i materiali di recupero da esportare.

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Crescere, nonostante il problema del Covid. La Bandini Casamenti, azienda forlivese attiva da cinquant’anni nel settore ambientale – raccoglie materiali da inviare a recupero – si amplierà e ha in progetto di creare un ufficio estero per vendere i materiali di recupero (carta soprattutto) sui mercati europei e anche fuori continente.

"L’anno scorso abbiamo comprato due capannoni adiacenti al nostro, che erano della ditta di costruzioni Pavital – dice Rita Bandini, vice presidente dell’azienda di Villa Selva che conduce assieme al fratello Simone, socio amministratore – . Dagli attuali 22 mila mq arriveremo a circa 30 mila".

L’obiettivo è "migliorare la viabilità e la sicurezza interna, spostando anche l’ubicazione degli uffici", aggiunge l’imprenditrice, "ma nel complesso di tratta di un segnale rivolto alla città. Vogliamo superare questa fase difficile". La destinazione del primo dei due magazzini indica già la direzione che intende prendere l’azienda: "Aumenteremo la nostra capacità di stoccaggio soprattutto della carta, che puntiamo a vendere fuori dall’Italia. Perciò è necessario che il materiale sia il più possibile in buone condizioni, ci siamo dotati anche di un export manager".

L’altra struttura ospiterà rifiuti pericolosi, in gran parte Raee (quelli elettronici, come tv, computer, telefonini e così via), "che comunque non vengono trattati da noi".

Il progetto è in fase autorizzativa da parte della Regione, "speriamo si concluda fra meno di un anno, comprende anche il rinnovo della valutazione di impatto ambientale – continua Rita Bandini – . Per ora ho avuto buoni riscontri dall’amministrazione comunale per quanto riguarda la soluzione di piccoli problemi tecnici".

Più carichi da trasportare vorrà dire anche più traffico lungo via Mattei? "L’impatto sulla viabilità sarà molto modesto". L’ampliamento della ditta e i possibili sbocchi oltre frontiera potrebbero anche avere ripercussioni positive sull’occupazione: "Sì, è possibile, l’idea è di creare un vero e proprio ufficio estero". Il traguardo finale, chiarisce Bandini, è sempre "l’economia circolare, già ora portiamo al recupero l’80% circa del rifiuto che entra in magazzino".

Il periodo di lockdown ha ovviamente procurato qualche rallentamento a questa attività, "perché molte industrie erano chiuse, ma noi siamo rimasti sempre aperti, lavorando nel territorio con Alea Ambiente ed Hera – . Ora assistiamo a una ripresa a buon ritmo", dice l’imprenditrice. Bandini e Casamenti danno lavoro a une trentina di persone in via diretta e più o meno altrettante tramite una società appaltante. "Molti di loro sono extracomunitari, bravissimi".

fa.gav.