"Musica, un’estate stile anni ’70"

Lo storico dj Giorgio Paganini: "Le coppie possono ballare all’aperto, come una volta. Gli spazi ci sono"

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di Stefano Benzoni

In tempi di Coronavirus, nella filiera delle riaperture graduali e programmate, le ultime ad alzare i battenti, ancor dopo cinema e teatri, saranno inevitabilmente le discoteche, sempre ammesso che possano riaprire. Ma i luoghi dove andare a ballare non saranno solo quei nomi che hanno fatto la storia del divertimento in riviera e non solo. Ce ne sono anche altri: ad esempio i locali da ballo all’aperto, quelle che un tempo erano dette balere. Perché non rispolverarle e farle tornare in auge? È l’idea ed è la proposta, tanto semplice quanto efficace, di Giorgio Paganini, storico deejay forlivese – una volta si chiamavano disc jockey – che dopo una carriera di altissimo livello nelle discoteche più famose, ora è uno dei gestori del Naima e dell’Arena di Vecchiazzano, oltre a seguire i servizi di animazione del Grand Hotel delle Terme di Castrocaro.

"Premetto che esistono, e sono piuttosto numerose, persone di età compresa fra i 30 e i 70 anni che amano il ballo, adorano muoversi a ritmo di musica e soffrono nel non poterlo più fare. Il mio suggerimento sarebbe quello di dare un segnale generale con l’apertura di quei piccoli luoghi all’aperto dove scatenarsi con il ballo latino, il boogie, lo swing e la salsa, solo per citarne alcuni. Ad esempio l’Arena è un locale di 2000 metri quadrati con una pista di 180 con spazi enormi, due ingressi distanziati dove le coppie di congiunti o conviventi, a seguito della firma di un’autocertificazione e seguendo certe regole, potrebbero divertirsi, ballare e muoversi senza creare problemi e senza dare fastidio a nessuno". È chiaro che con questo ragionamento le discoteche quelle classiche c’entrano poco e Paganini lo sa bene: "Lo confesso, è dura aprire locali al chiuso che possono contenere mille o duemila persone, è inutile raccontare storie, è dura, dispiace, ma il momento è quello che è. Però altri luoghi come il mio, ed in zona e al mare ce ne sono svariati, potrebbero piano piano riaprire, magari facendo due o tre serate alla settimana invece di una come facevamo l’anno scorso, con orari limitati dalle 21 a mezzanotte e facendo attenzione alla sicurezza".

In che modo? "Si potrebbero far entrare 70-80 coppie tutte numerate. A quel punto il dj, come succedeva negli anni ‘70, potrebbe chiamare in pista le coppie dal numero x al numero y che ballerebbero, poi dopo un po’ le farebbe sedere chiamando invece quelle che fino a quel momento erano rimaste sedute a guardare magari bevendo qualcosa". Come potrebbe funzionare il tutto? "Entrata e uscita dovrebbero essere separate, i tavoli distanziati ed eventualmente anche la pista da ballo divisa in zone. In questo modo tutti si potrebbero divertire senza creare problemi perché si tratta di persone tranquillissime, che ha veramente il ballo nel sangue e che fatica a stare così tanto tempo senza ballare swing, boogie, salsa o balli latini. Non il liscio, perché quei ballerini girano. Naturalmente dobbiamo per forza fare riferimento a numeri piccoli, 150-200 persone al massimo".

Paganini non vuole alcun tipo di elemosina al settore dello spettacolo. Vuole lanciare un’idea perché almeno qualcuno possa riaprire e ricominciare a lavorare: "Non mi piacciono quelli che chiedono sempre allo Stato. Chiedo solo di poter lavorare e dare lavoro alle persone che sono con me. Siamo piccoli gestori, ma vogliamo dare il nostro contributo per un ritorno alla normalità. Sperando chiaramente che prima o poi tutti possano riaprire e si possa tornare a serate danzanti e divertenti per ragazzi, ma non solo, che hanno sempre caratterizzato le nostre estati. Speriamo che la situazione continui a migliorare e che dopo metà giugno quello che è adesso un sogno possa diventare una realtà".