Forlì, gli ostaggi della rapina. ‘Mi hanno legata e minacciata’

Le testimonianze tra il ristorante Amorosa e la banca Intesa Sanpaolo

Un carabiniere di fianco al cartello ‘chiuso per rapina’

Un carabiniere di fianco al cartello ‘chiuso per rapina’

Forlì, 11 gennaio 2019 – La prima a imbattersi nei banditi è Lili, romena, dipendente del ristorante Amorosa. «Sono arrivata come sempre alle otto e un quarto». Di fronte si è trovata la gang dei rapinatori che volevano rapinare la banca Intesa Sanpaolo di via Zampeschi e, forse, un furgone portavalori. «Ho cominciato a gridare, a piangere... Uno di loro mi ha subito zittita: ‘Sta zitta o t’ammazzo... ti faccio saltare la testa!...’ Io mi sono bloccata. Piangevo. Mi hanno fatta sedere e poi mi hanno legata con delle fascette.... Poi via via sono arrivate tutte le altre dipendenti.

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Alle 9 circa giunge al lavoro il gestore dell’Amorosa, Daniele Tartagni: e anche lui finisce nella rete dei rapinatori. «Una delle nostre ragazze, mandata dai banditi, mi accoglie tremante, e a voce bassa mi dice di entrare... ‘C’è una rapina, vieni’. Poi ho visto questi due banditi armati e col passamontagna... Non mi hanno minacciato, mi hanno detto di sedermi e stare zitto... Era un tipo ribusto. Calmo. Faceva anche delle battute. Tipo: ‘Quanti siete, otto? Se arrivate a dieci vi regaliamo un bonus’... Italiano? Credo di sì. Tutti avevamo una paura fottuta. Per fortuna è finita bene».

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Daniele è l’unico bancario tenuto in ostaggio che ha accettato di parlare. «Sono arrivato alle 8.35... Mi hanno accolto direttamente loro, i banditi... ‘Si sieda coi suoi colleghi’ mi hanno detto... Ci hanno fatti stare sulle scale... I clienti telefonavano, noi dovevamo rispondere, fare finta di niente e tagliare corto... Alla porta abbiamo esposto un avviso ‘chiuso per cause tecniche’. È stata l’ora e mezza più brutta della nostra vita, un incubo...».