Nostalgici a Predappio, bufera sul servizio della Rai. L'ad chiede chiarimenti

Anzaldi, Pd: "Apologia del fascismo?". La direzione Tgr e il Cdr si si dissociano. Salini avvia una verifica interna. Il sindaco e Mentana difendono il reportage

Nostalgici a Predappio (foto Frasca)

Nostalgici a Predappio (foto Frasca)

Forlì, 29 aprile 2019 - Il servizio della TgR Emilia Romagna sulla manifestazione di Predappio per l'anniversario della morte di Benito Mussolini ha suscitato 'profonda irritazione' nell'ad della Rai, Fabrizio Salini, che ha chiesto al direttore della TgR, Alessandro Casarin, un'accurata relazione su tempi e sulle modalità di realizzazione del pezzo andato in onda ieri sera nell'edizione delle 19.30 e contestato per la mancata presa di distanza sui contenuti, tanto che alcuni esponenti del Pd hanno parlato di "apologia di fascismo".

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Lo stesso direttore si era già dissociato e il cdr della testata dell'Emilia Romagna: "La direzione della Tgr si dissocia dal servizio relativo alla commemorazione di Benito Mussolini a Predappio e ne prende le distanze". È quanto spiega una nota di Viale Mazzini. "I suoi contenuti non corrispondono alla linea editoriale - dichiara il direttore Alessandro Casarin -. Linea editoriale che, come ho illustrato alle 24 redazioni della Tgr, si basa sul principio di una informazione equilibrata, a garanzia di un contradditorio in tutti i servizi, dalla politica alla cronaca. Equilibrio che deve rispettare la storia della democrazia italiana. D'intesa con l'azienda - conclude Casarin - saranno effettuate le valutazioni del caso". 

Anche il comitato di redazione della Tgr della sede dell'Emilia Romagna si dissocia dai contenuti dai servizi sulle celebrazioni di Predappio. In un comunicato, si dice che "la Rai Servizio Pubblico trova il suo fondamento nel Contratto di servizio, che è strettamente ancorato alla Costituzione italiana, antifascista e antirazzista. Pertanto non è ammissibile qualunque servizio che esca da questa cornice o - peggio - una assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo". Il cdr precisa infine che la messa in onda dei servizi "è stata decisa dal caporedattore" della sede Rai bolognese. 

Intanto dai corridoi dalla sede Rai di Bologna, secondo fonti di agenzia, filtra solo la puntualizzazione circa il fatto che l'intento del servizio era tutto altro che fare apologia di fascismo, come si lamenta in casa dem. Per il putiferio politico che si è acceso, al momento in 'chiaro' non pare possibile aggiungere di più. 

In serata, arriva l'intervento di Alberto Barachini (FI), presidente della commissione di Vigilanza Rai, affidato a una nota: "Diritto di cronaca, pluralismo e libertà che devono caratterizzare il servizio pubblico non si possono tradurre in maldestri tentativi di diffondere un racconto nostalgico del periodo fascista. Per questa ragione il presidente della Vigilanza chiederà all'amministratore delegato della Rai un resoconto delle verifiche già prontamente attivate". 

Deputati Pd all'attacco: "Apologia del fascismo"

In mattinata, il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha ripubblicato il video del servizio andato in onda ieri alle 19.30 scrivendo su Facebook: "Al Tgr Emilia Romagna è andato in onda un servizio che nulla ha a che vedere con l'informazione e molto con quella che è apparsa come una vera e propria apologia del fascismo. Due minuti di interviste e immagini, con tanto di saluti romani, sulla manifestazione fascista di Predappio per l'anniversario della morte di Mussolini. L'amministratore delegato Salini spieghi se questa è la nuova informazione Rai. Chi ha deciso di mettere in onda quel servizio? Chi non ha controllato? Il direttore Casarin sia chiamato a risponderne". 

Anzaldi rincara la dose nel tardo pomeriggio, sempre su Facebook: "Il direttore della Tgr Casarin non può certo lavarsene le mani prendendo le distanze: quando mai si è sentito un direttore dissociarsi da un servizio del suo tg? Quando avviene uno scivolone del genere, col servizio mandato in onda sia a pranzo sia poi reiterato la sera alle 19.30, a dimettersi deve essere il direttore. Peraltro è preoccupante - prosegue Anzaldi - che solo dopo la denuncia del Pd l'azienda si sia mossa, ieri nessuno aveva detto o fatto nulla". 

Sul caso va all'attacco anche il deputato forlivese del Partito Democratico, Marco Di Maio: "E' inaccettabile che la Rai mandi in onda un servizio che racconta la manifestazione di Predappio come se fosse qualcosa di ordinario, di tollerabile, di compatibile con i dettami del nostro ordinamento", afferma.   "A Predappio - spiega - ogni anno in alcune date per loro significative, un po' di nostalgici si recano in visita per manifestare la propria adesione all'ideologia fascista rivendicandola con saluti romani, cori e altre simbologie. Una chiara apologia di fascismo, purtroppo finora mai perseguita dalla magistratura, nonostante le denunce effettuate. Che la Rai, però, mandi in onda un servizio che racconta la manifestazione come se fosse qualcosa di ordinario, di tollerabile, di compatibile con i dettami del nostro ordinamento è intollerabile. Senza esprimere un giudizio, senza ricordare cosa è stato il fascismo, senza tenere conto dell'inequivocabile giudizio di condanna che la storia ha già espresso su di esso e sulla figura di Benito Mussolini".

"Non basta 'chiedere chiarimenti': la tv di Stato, principale azienda culturale del Paese, ha delle enormi responsabilità sulla formazione della coscienza collettiva. Pertanto sono doverosi provvedimenti e la garanzia che non si verifichino piu' scelte di questo tipo", conclude.

Bonaccini: "L'esaltazione del Ventennio non è servizio pubblico"

Sulla polemica arriva anche il duro intervento del Giovernatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: "La lotta partigiana e la Resistenza al nazifascismo sono le fondamenta della nostra Costituzione e dell'Italia repubblicana e non è accettabile l'esaltazione del ventennio fascista da parte di chi rimpiange una dittatura e un periodo tanto buio e drammatico della nostra storia, organizzando parate nostalgiche: di certo, un tipo di narrazione che non può passare per il servizio pubblico". "I giornalisti e la redazione regionale della Rai dell'Emilia-Romagna - prosegue - hanno dato tante volte prova di grande professionalità. Non mi permetto di giudicare il lavoro di chi è chiamato a raccontare i fatti, ma in un periodo in cui troppo facilmente trovano spazio revisionismi e tentativi di riscrivere la storia, bisogna stare attenti a non mettere mai fascismo e anti-fascismo sullo stesso piano. Perché per dare la libertà e la democrazia a questo Paese ci fu chi diede la propria vita". 

"Facciamo che queste manifestazioni vengano vietate perché sono apologia di fascismo, cosi' che tutti ci concentriamo e ci ricordiamo del sacrificio di chi ci ha permesso di vivere in libertà e democrazia?", è il pensiero affidato a Facebook del segretario del Pd dell'Emilia-Romagna, Paolo Calvano.

Il sindaco di Predappio difende il servizio: "Questo è giornalismo"

Il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, non manda giù le polemiche: "il servizio ha fatto vedere quello che accade a Predappio tutti gli anni. Piuttosto che prendersela con il giornalista se la prendano con loro stessi. Questo è giornalismo". Frassineti ieri il servizio non lo ha visto, ma una volta lette le polemiche dem sui social e visionatolo non cambia idea. "Se ha dato fastidio significa che ha centrato l'obiettivo", spiega il primo cittadino ricordando che di quelle manifestazioni in 10 anni ne ha viste una trentina. E "fortunatamente questa è l'ultima, non ne posso più". 

Il messaggio che lancia il servizio Rai, sottolinea Frassineti, è chiaro: "Predappio non va lasciata sola, serve una mano per fare il Centro studi sul fascismo". Invece, attacca i colleghi di partito, "è facile fare il deputato Pd e dire che fa schifo. Ma dov'era in questi anni? Sono sempre stato lasciato solo", si sfoga Frassineti. Per cui, prosegue, "chi ora si arrabbia venga a Predappio a dare una mano, altrimenti è la solita polemica di circostanza che va avanti da 10 anni. Non tollero più l'ipocrisia- conclude- se sono arrabbiati si mettano a mia disposizione".

Mentana: "Un reportage non ha il dovere di interventi riequilibratori"

Sulla bufera è intervenuto su Facebook anche Enrico Mentana, che non infierisce sulla Rai: "Si sta molto discutendo per un servizio andato in onda in un tg Rai sul raduno di Predappio nell'anniversario della morte di Mussolini. Qui- scrive su Facebook il giornalista- sono di un'opinione diversa rispetto alla maggior parte delle voci che ho sentito. Credo infatti che un reportage, anche breve, debba documentare quel che sta avvenendo, senza il dovere di interventi riequilibratori (che nel caso avrebbero avuto ancor meno senso)".