Forlì, 26 novembre 206 - S’intitola ‘Sensibile’ e racconta di due malattie ambientali non ancora riconosciute in Italia – la sensibilità chimica multipla e l’elettrosensibilità – il nuovo documentario di Alessandro Quadretti prodotto da Officinemedia. Le riprese sono terminate a settembre e ora manca la post-produzione. Per raccogliere i fondi necessari il regista forlivese ha lanciato una campagna di crowdfunding sul sito www.eppela.com.
Quadretti, come mai ha deciso di trattare un tema così complesso?
«Sono venuto a conoscenza dell’esistenza di queste malattie dal racconto di un amico che ha venduto un’auto usata a una signora elettrosensibile. Informandomi, ho scoperto che l’elettrosensibilità e la sensibilità chimica multipla sono patologie non riconosciute dal sistema sanitario nazionale. Questo nonostante colpiscano il 5% della popolazione italiana e milioni di persone in tutto il mondo».
Cosa significa essere affetti da sensibilità chimica multipla ed elettrosensibilità?
«Le persone affette da sensibilità chimica multipla non tollerano l’esposizione a sostanze chimiche come profumi, deodoranti, eccipienti contenuti in alcuni farmaci e conservanti. L’elettrosensibilità, invece, è l’incapacità di sopportare i campi elettromagnetici generati da ripetitori di telefonia, cellulari, wi-fi ma anche dalle basse frequenze degli elettrodomestici, nei casi più gravi».
Il problema esiste anche a Forlì?
«Certamente. A Forlì, tra i tanti ripetitori, c’è in particolare un’area in via Medaglie d’Oro dove è presente una grande antenna di telefonia mobile che svetta accanto al campanile della chiesa di Bussecchio: visivamente, e non solo, è un impatto inquietante».
Ha raccolto qualche testimonianza in città?
«La forlivese Giulia Lo Pinto, affetta da sensibilità chimica multipla, è impegnatissima in tutto il Paese a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia, ma proprio per questo non siamo riusciti a incontrarci. Ho raccolto altre testimonianze in tutta Italia, tra malati ed esperti».
Qual è l’obiettivo del lavoro?
«Questo è un documentario di denuncia: è allucinante che ci siano centinaia di migliaia di persone che soffrono di queste malattie e che vivono una sorta di prigionia domestica o che nei peggiori dei casi muoiono, senza avere assistenza sanitaria. In Svezia l’elettrosensibilità è una malattia riconosciuta e in Francia è vietato l’uso del wi-fi in asili e scuole primarie».
Come si può contribuire alla raccolta fondi per il documentario?
«Entro il 19 dicembre, andando nella pagina dedicata su www.eppela.com, si possono donare da 5 euro in su: le ricompense vanno dal ringraziamento alla possibilità di scaricare il documentario e riceverne il dvd. In otto giorni abbiamo raccolto 1.800 euro, oltre un quarto della cifra da raggiungere: 6mila euro. Per parlare del progetto oggi dalle 9.30 sarò su Radio 24, ospite del programma ‘Si può fare’. Il 6 dicembre alle 21, nella sede dell’associazione ‘La materia dei sogni’ in via Panieri 12, è in programma un incontro durante il quale si potranno vedere spezzoni del documentario».
Milena Montefiori