Sara Pedri scomparsa, il fidanzato: "Le dicevo di dimettersi"

Guglielmo, 33 anni: "In Calabria stava bene. I primi segnali di malessere a Trento? Subito. E mi raccontò tre gravi episodi"

Sara ha compiuto 32 anni mercoledì, non si hanno sue notizie dal 4 marzo

Sara ha compiuto 32 anni mercoledì, non si hanno sue notizie dal 4 marzo

Forlì, 24 giugno 2021 - Sara Pedri era partita per Trento con una valigia carica di sogni ed entusiasmo. Ne è certo il fidanzato Guglielmo Piro, 33enne di Cosenza, che ha vissuto gli ultimi due anni circa al suo fianco.

Sara Pedri, il messaggio: "Mobbing in ospedale. Qui non hai una vita, devi solo lavorare" - Ogni mese spariscono 1.500 persone

Sara Pedri, ginecologa forlivese, dallo scorso autunno lavorava a Trento
Sara Pedri, ginecologa forlivese, dallo scorso autunno lavorava a Trento

Guglielmo, com’era Sara negli anni della specializzazione a Catanzaro? "Stava bene lavorativamente e non solo. Era un ambiente serereno: lei e le colleghe erano molto unite, specialmente con la professoressa Venturella". La sua tutor? "Sì, era anche la sua mentore, bravissima. Un fenomeno come lo è Sara". Concluso il suo percorso formativo, Sara parte subito per Cles. "Sì, il 10 novembre si è specializzata. L’11 mattina l’ho accompagnata all’aeroporto di Lamezia". Come ha vissuto il trasloco? "Era entusiasta. Io l’accompagnai sia in agosto quando fece il primo colloquio con il prof Luzietti, sia in ottobre quando la aiutai insieme alla sua mamma a sistemarsi nell’appartamento di Cles. Conosceva la zona, andava sempre in settimana bianca a Canazei. Diceva: ’Quando finisco di lavorare vado a sciare’". Però le cose hanno preso una piega diversa. Quando? "Subito. Già dalla prima settimana. Non ha mai fatto nomi con me, ma mi ha raccontato almeno 3 episodi chiave che poi ho riferito anche ai carabinieri". Quali? "Il primo è stato quando pochi giorni dopo essere arrivata si era fermata per la pausa pranzo e le fu impedito di farla". Il secondo? "Fu in sala operatoria, a dicembre. Lo ricordo perché nevicava forte e lei era preoccupata di come sarebbe tornata a casa (l’ospedale Santa Chiara di Trento dista oltre 40 km dall’appartamento di Cles, dove Sara avrebbe dovuto prendere servizio, ndr ). Mi raccontò di essere stata aggredita verbalmente da una stretta collaboratrice del primario che le diede uno schiaffo sulle mani, facendole cadere il bisturi, e che la cacciò dalla sala, mortificandola davanti a tutti". E l’ultimo? "A gennaio. Aveva finito il turno alle 14 ma una collega le chiese di rimanere. Disse ’Devi restare, mi servi’. Aspettò tutto il pomeriggio, seduta in una stanza da sola a non fare niente". Ce ne sono stati altri? "Se ci sono stati, ha smesso di raccontarmeli. A un certo punto ha iniziato solo a ripetere ’Ennesima giornata difficile’ e ’Va sempre peggio’". E lei cosa ha fatto? "Le ho consigliato di dimettersi. Le ho detto di venire a stare da me e di tornare a lavorare qui dove era molto benvoluta e stimata. Oppure, se preferiva, di tornarsene a casa a Forlì per un periodo di riposo". Cosa che fece il 19 febbraio. "Sì, contattai la sorella Emanuela e le suggerii di far videochiamare Sara dai suoi due nipoti, ai quali è sempre stata molto legata. E infatti alla fine si decise". Ma lei aveva la percezione che Sara si sentisse inadeguata, incapace e che volesse dimettersi? "Più volte ho provato a dirle che non era un ambiente sano e che il problema non era lei. Dimettersi? Era molto combattuta, cercava di resistere sperando che poi sarebbe andata meglio". Temeva di non superare il periodo di prova? "Credo non la facessero sentire all’altezza del ruolo. Nessuno le aveva mai detto che non l’avrebbe superato, ma era come se glielo lasciassero intendere". Si era reso conto che Sara aveva difficoltà ormai anche a mangiare e dormire? "Sì, cercavo di invogliarla a mangiare, ma lei diceva che aveva tempo tempo solo per qualche ’schifezza’ al volo". Veniamo al 3 marzo, la sera prima della scomparsa. Vi telefonate, come sempre. "Sì, mi dice che si è dimessa e che si si sente sollevata da un peso. Che per la prima volta da mesi ha mangiato bene e ha voglia di farsi una doccia e una bella dormita. Poi mi scrive un messaggio ’Ti amo’. Io le rispondo ’Ti amo’ ma non lo ha mai letto. La notte era solita staccare la connessione dati del telefonino. La mattina del 4 marzo l’ha riattivata alle 6 circa e il messaggio è stato ricevuto, ma non c’è la spunta blu. Cosa è successo dopo nessuno sa spiegarselo".