Scuola Emilia Romagna, Versari "Basta ansie, le lezioni non si fermeranno"

Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale: "Siamo pronti, dobbiamo sistemare solo poche cose. E fidiamoci l’uno dell’altro"

In Emilia Romagna la scuola inizia il 14 settembre 2020

In Emilia Romagna la scuola inizia il 14 settembre 2020

Bologna, 9 settembre 2020 - Stefano Versari, 62 anni, forlivese doc, è il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Lunedì si torna in classe e il preside dei presidi fa il punto della situazione.

Quali sono le sue sensazioni?

"Sono un po’ preoccupato perché la realtà percepita è molto peggiore della verità. La definizione clinica è paranoia sociale, in base a cui i singoli problemi vengono ingigantiti ed assolutizzati. La necessità di presentare sempre una notizia come novità non fa altro che mandare in confusione le persone".

Tipo?

"La mascherina. È stato detto e stradetto che bisognerà portarla in movimento e se in classe non ci sarà la distanza di un metro fra studenti, ma per molti questo è ancora un punto oscuro e con tanti dubbi. Abbiamo ancora piccoli problemi da risolvere, alcuni lavori da terminare, alcuni banchi da consegnare, ma si tratta di piccoli problemi, non di un problema di sistema. È tutto pronto, ma come andranno le cose lo sapremo solo da lunedì in avanti".

Ci saranno gli insegnanti ed i supplenti indispensabili?

"Dopo aver chiamato 5000 docenti in luglio, 1800 dipendenti Ata, 500 in più rispetto all’anno scorso, venerdì ho sbloccato un decreto che darà alle scuole 120 milioni di euro. Ogni istituto sulla base di quelle che erano state le sue richieste estive avrà soldi e poi sarà ogni scuola a decidere cosa farne. Un anno fa fra docenti e personale Ata avevamo circa 72.300 persone, oggi siamo 79.500, un 10% in più con in più 10mila insegnanti di sostegno".

Qual è l’aspetto che la preoccupa di più e quello che invece la fa stare più tranquillo?

"L’elemento di complessità maggiore è la difficoltà comunicativa perché parlarsi da lontano e in videoconferenza è difficile. Si fa fatica ad intervenire, poi si torna a casa con dei dubbi quando invece parlandosi faccia a faccia questi dubbi sparirebbero. Mi conforta la forza e la bravura dei nostri insegnanti. Perché chi fa questo mestiere crede nel futuro e crede nei nostri ragazzi che possono essere anche esuberanti, ma sono la forza della vita".

Cosa ne pensa dei banchi a rotelle?

"Nelle zone terremotate di Modena e Reggio li hanno già da otto anni. Sono utilissimi per la composizione o scomposizione dei gruppi di apprendimento. Gli ultimi 1800 li stiamo consegnando a Ferrara e a Forlì".

Molti istituti superiori alterneranno didattica a distanza e in presenza.

"Solo nelle superiori, mentre nelle scuole dell’infanzia, nelle primarie e nelle secondarie di primo grado ci sarà sempre la presenza. Credo che per i ragazzi più grandi, la didattica a distanza, sia un buon modo per approcciarsi al futuro visto che all’università e nel mondo del lavoro la incontreranno ancora molte volte".

Come è andato il recupero degli spazi?

"Molti istituti li hanno trovati al loro interno, mentre altri hanno chiesto aiuto agli enti locali o trovato soluzioni come quella scuola di Bologna che ha affittato un padiglione della Fiera dove sistemerà 70 classi".

Gli zaini, i libri ed i quaderni vanno disinfettati?

"Neanche per sogno! Sarebbe una follia! La regola è semplice: non bisogna condividere gli oggetti ed ognuno deve avere le sue cose".

Gli orari di entrata differenziati?

"Utili per ridurre il numero di studenti aggregati in quegli istituti che hanno una solo entrata e per dividere anche i tempi di intervallo".

Cosa succede se qualcuno starà male a scuola?

"Verrà portato in un’area isolata e predeterminata, verranno chiamati i genitori per portarlo a casa, si contatterà il medico di base che valuterà cosa fare e forse eseguire il tampone. Verrà valutato il valore epidemiologico caso per caso. In questi giorni nomineremo un referente sanitario per ogni territorio con cui il referente Covid per la scuola si dovrà rapportare".

E se uno studente o un insegnante dovessero risultare positivi?

"Si chiameranno questi referenti e sulla base dei fatti si deciderà quali provvedimenti prendere per l’istituto. Qualche mese fa furono contagiati due assessori regionali, Non è che tutto il Consiglio regionale sia stato messo in quarantena. Fa fede il contatto diretto".

A Forlì diversi genitori hanno mandato lettere di diffida alle scuole sulla presunta inammissibilità di andare a scuola o di indossare la mascherina...

"Sono lettere che non hanno senso, e rivestono la stessa rilevanza che avevano una volta i messaggi delle catene di S. Antonio: alcuna".

Avete ipotizzato un piano che preveda la chiusura, poi la riapertura delle scuole?

"Non credo che si andrà verso una chiusura totale, sarebbe l’anticipo di un nuovo lockdown. Ritengo che possano chiudere alcune scuole ma solo per brevi periodi".

Molti supplenti, causa la natura precaria del loro incarico avrebbero rifiutato il trasferimento. Com’è la situazione in Emilia Romagna?

"Chiameremo 6000 supplenti per supplenze brevi, ma non li faremo venire da troppo lontano".

Che messaggio vorrebbe mandare a genitori, insegnanti e allievi?

"Rispettiamo le regole che abbiamo, non esageriamo con le schizofrenie e le preoccupazioni e fidiamoci l’uno dell’altro".