Vigile del fuoco a processo. Il pm: "Fu negligente"

Il pompiere stava tornando in caserma per rifornire un’autobotte per un incendio. Nell'incidente rimase ferita una donna che morì 9 giorni dopo

L'incidente avvenne il 4 gennaio 2015. La donna morì il 13 gennaio (Foto Fantini)

L'incidente avvenne il 4 gennaio 2015. La donna morì il 13 gennaio (Foto Fantini)

Forlì, 6 aprile 2016 - Rischia il processo per omicidio colposo: sarà il giudice Monica Galassi, in udienza preliminare, il 25 maggio prossimo, a decidere le sorti di Alessandro Medri, 49 anni; l’uomo era in servizio come vigile del fuoco la sera del 4 gennaio 2015, quando travolse una donna, poi deceduta; Medri guidava un’autopompa che tornava in caserma a fare rifornimento, per poi ritornare su un incendio. Ma sulla tangenziale, all’altezza della rotonda del Ronco, il mezzo dei pompieri falciò Simona Giorgini, 41enne, meldolese residente a Galeata. (Che morì in ospedale a Cesena il 13 gennaio).

Il tutto sotto gli occhi del compagno e del figlio di 7 anni della coppia. Simona stava attraversando la strada, dopo essere scesa di colpo dalla Peugeot guidata dal compagno, che improvvisamente s’era fermata sull’isola spartitraffico della strada, prima della discesa in galleria. L’autista del mezzo pesante dei vigili del fuoco, nel buio fitto delle 18 di quella domenica invernale, non la vide. «M’è sbucata all’improvviso, non ho potuto evitarla» disse il pompiere agli agenti della Stradale. Ma per l’accusa non è rilevante il fatto che l’indagato fosse in servizio e dovesse tornare in caserma per un incendio in corso.

Stando all’impostazione accusatoria – sottoscritta dal pm Filippo Santangelo nella sua richiesta di processare il vigile del fuoco – l’indagato deve rispondere di colpa generica per «imperizia, imprudenza e negligenza» e di colpa specifica «per le inosservanze delle norme sulla disciplina della circolazione stradale». In base alle risultanze emerse durante le indagini, Medri (difeso dagli avvocati Andrea Ciani e Domenica Viggiani) «pur avendo avuto piena contezza della situazione irregolare creatasi con la presenza della Peugeot ferma sulla cuspide di biforcazione dello snodo, nella corsia di decelerazione, non adeguava e non regolava l’andatura e non adottava accorgimenti di buon senso per prevenire l’eventualità di una improvvisa occupazione della carreggiata...». Il pm stesso aveva chiesto l’archiviazione; la difesa dei parenti della vittima (assistiti dagli avvocati Massimo Mambelli e Max Starni) si oppose; il giudice accolse il ricorso e la procura firmò poi la richiesta di rinvio a giudizio. Stando alle indagini, non è chiaro se l’autopompa avesse la sirena accesa. Il 25 maggio si deciderà se archiviare il caso o mandare a processo il vigile del fuoco.