Villafranca Forlì, nel mirino la falla nell'argine del Montone. "Carte in procura"

La richiesta del capo dei pm per poter aprire un’inchiesta sulla terribile alluvione in tempi brevi

Il canale chiuso con sassi giganti che sarebbe all’origine dell’alluvione

Il canale chiuso con sassi giganti che sarebbe all’origine dell’alluvione

Forlì, 16 maggio 2019 - Tutte le carte in procura. Al più presto. Per esaminarle. Analizzarle. Sviscerarle. Anatomizzarle. In modo rapido. Per poi – quasi certamente – aprire un’inchiesta, entro tempi brevi, anzi brevissimi, sull’esondazione del Montone. Con l’obiettivo di dare un nome e un cognome agli eventuali, presunti, responsabili penali del disastro.

È la richiesta avanzata direttamente dal procuratore di Forlì, Maria Teresa Cameli, a tutti gli organi inquirenti che in queste ore stanno vagliando la situazione a San Martino in Villafranca e Villafranca (video), le frazioni allagate, lunedì scorso, dal violento straripamento del fiume che attraversa il territorio delle due località sulla Lughese.

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In particolare, l’attenzione degli inquirenti chiamati in causa dal procuratore (carabinieri, polizia, municipale, vigili del fuoco, tecnici dei vari enti preposti) va posta sulla falla nell’argine del Montone che sarebbe all’origine dell’esondazione. Che – secondo quanto appurato dai tecnici – non si sarebbe consumata con il superamento in l’alto dei naturali argini del corso d’acqua a seguito della piena innescata da oltre due giorni di pioggia; ma sarebbe stata avviata da un canale sotterraneo (videocreato nelle settimane scorse in un cantiere per la sistemazione del basamento autostradale: lo squarcio nell’argine s’è prodotto all’altezza del sottopasso dell’A14, linea di demarcazione tra San Martino in Villafranca e Villafranca.

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Il capo della procura ha sollecitato l’invio di verbali, riscontri di sopralluoghi e immagini della falla incriminata. Chi l’ha creata? Perché? E soprattutto: per quale motivo quel collettore, al termine dei lavori, non è stato ripristinato in modo adeguato? La sistemazione del condotto stesso è stata eseguita dopo un summit urgente in prefettura – lunedì notte – tra autorità pubbliche e funzionari di Società autostrade, con la successiva applicazione di sassi enormi, detti tecnicamente ‘ciclopici’, che alla fine, martedì pomeriggio, hanno effettivamente tappato la fenditura.

Tanto che ieri, nonostante otto ore di pioggia incessante, dalle 5 alle 13, l’acqua che ha allagato per due giorni strade e case delle due frazioni della Lughese è immediatamente digradata e l’alluvione s’è alla fine sgonfiata. Dunque, quella fenditura è l’epicentro della tracimazione? La procura lo vuole scoprire. Subito. Per aprire, al più presto, un’inchiesta penale. Se qualcuno avesse sbagliato, potrebbe tra breve trovarsi indagato. E successivamente potrebbe pure finire a processo.