Forlì, aeroporto al decollo. "Vogliamo aprire il 1° aprile"

L’imprenditore Ettore Sansavini rilancia gli impegni dalla nuova società in vista della gestione del Ridolfi

Ettore Sansavini, presidente di Villa Maria, con Giuseppe Silvestrini a  capo della società di gestione del Ridolfi

Ettore Sansavini, presidente di Villa Maria, con Giuseppe Silvestrini a capo della società di gestione del Ridolfi

Forlì 20 settembre 2018 - «Ci siamo dati una scadenza: voli dal primo aprile 2019». Parla di slancio Ettore Sansavini, presidente del Gruppo Villa Maria, tra i principali partner della F.A. Srl, la società impegnata nel rilancio dell’Aeroporto Ridolfi di Forlì con un investimento complessivo tra i 15 e i 20 milioni.  

Sansavini, dopo il via libera dall’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile del giugno scorso, sono stati fatti passi in avanti? «Stiamo procedendo nell’iter burocratico autorizzativo. Devo dire che gli enti con i quali interloquiamo stanno lavorando con impegno per arrivare in tempi celeri a chiudere l’aspetto burocratico». Proprio i lavori sono una delle incognite, l’aeroporto è bloccato dal 2013. «Contiamo sulla conclusione dell’iter di Enac per entrare in aeroporto e avviare i lavori di riqualificazione. Abbiamo un quadro preciso di quanto necessita». La data del primo aprile a cui ha accennato sembra davvero ottimistica. Non le pare? «Capisco anch’io che parliamo di una indicazione molto ottimistica. Le cose da fare sono tante, gli investimenti sono elevati. Ma noi vogliamo accelerare e puntare al 1° aprile. E non aver trovato intoppi in quest’ultima fase burocratica, aumenta la nostra determinazione di cittadini impegnati per la Romagna a spingere sull’acceleratore».  

Arrivati a questo punto, avete spazzato via ogni perplessità sulla capacità di riattivare il Ridolfi? «Fin dall’inizio abbiamo dimostrato di fare sul serio. E man mano che l’iter autorizzativo faceva passi avanti abbiamo alzato l’asticella. Ora andiamo dritti verso il primo giorno di aprile 2019. Come ho sempre detto non si tratta solo di un’attività imprenditoriale fine a se stessa. Io vi leggo l’impegno degli imprenditori per creare un punto fermo dello sviluppo di tutta la Romagna. C’è anche una forma di civismo in quello che facciamo». A più riprese qualcuno ha sostenuto che tre aeroporti in un raggio di 100 chilometri, cioè Forlì, Rimini e Bologna, non possono convivere. Riuscirete a dimostrare il contrario?  «Innanzitutto credo in una sinergia indispensabile con l’aeroporto Marconi di Bologna. Parliamo di uno scalo che sta avendo ormai da diversi anni una crescita continua, al punto che stanno emergendo problemi di spazio e di capienza. Il Ridolfi è nella posizione strategica per essere un’ulteriore pista anche al servizio del capoluogo regionale. I collegamenti, sia stradali che ferroviari, tra le due città sono rapidi». Come vede il futuro del Ridolfi? «Vedo un aeroporto nazionale con la propensione a guardare anche all’estero. Ci sono tante situazioni, in Italia e nel mondo, dove convivono diversi scali aeroportuali. Come ho detto anche in passato, penso ai collegamenti con i Paesi dell’Est, ad esempio, e con altre capitali europee».