Banca di Forlì, dal 1° luglio la fusione. Cosa succederà in 10 punti

Nasce la Banca di credito cooperativo Ravennate, Forlivese e Imolese

La sede centrale in corso della Repubblica

La sede centrale in corso della Repubblica

Forlì, 1° luglio 2017 – Dal 1° luglio la Banca di Forlì non esiste più: nasce, grazie a una fusione, la Banca di Credito cooperativo Ravennate, Forlivese e Imolese. Sarà una delle prime cinque Bcc d’Italia, con un patrimonio di 350 milioni, 27mila soci, 130mila clienti e 67 filiali. Cosa succede adesso? Lo spieghiamo in 10 punti.

1) Iban. La Banca sta comunicando il nuovo a tutti i clienti, ma assicurano che i bonifici (per esempio gli stipendi) andranno automaticamente indirizzati al nuovo istituto.

2) Bancomat e carte di credito. Restano uguali, non c'è bisogno di sostituirle.

3) Insegne. Uguali anche quelle per molti anni. Fuori dalle filiali resterà la scritta ‘Banca di Forlì’.

4) Filiali. Tutte aperte quelle di Forlì, chiude solo San Zaccaria, potrebbe esserci un’espansione verso Forlimpopoli laddove c’era l’ex Brc.

5) Capoarea. Verrà nominato nei prossimi giorni un responsabile delle filiali forlivesi, con ampia autonomia nella concessione del credito e delle condizioni. Per chi chiede un mutuo prima casa, in sostanza, non cambia nulla.

6) Comitato dei 9. Nove forlivesi si riuniranno una volta al mese per gestire un budget – inalterato – che la Banca dedica a sport, cultura, volontariato, artigianato e non solo. Avranno una certa autonomia, anche se l’ultima parola toccherà al consiglio di amministrazione.

7) Sede centrale. La nuova banca avrà il quartier generale a Faenza. Direttore e presidente, tuttavia, saranno a Forlì due giorni a settimana per incontrare i clienti forlivesi. Resta a Forlì l’ufficio ‘corporate’ per le aziende.

8) Quattro posti nel cda. Su tredici consiglieri della nuova banca, ai forlivesi spettano quattro posti nell’organo deputato all’amministrazione. Si tratta di quattro conferme tra i precedenti consiglieri di Banca di Forlì: il loro mandato scade nel 2019.

9) Dipendenti. Da 182 diventano 620. Ci sono però una sessantina di prepensionamenti volontari, di cui 21 a Forlì.

10) Risparmi. La fusione consente maggior efficienza stimata in 8 milioni di euro, per esempio grazie ai prepensionamenti.