Forlì, aeroporto Ridolfi rinasce e le compagnie salgono a 4

Oggi lo scalo ritorna operativo a tutti gli effetti. Annunciato l’arrivo di un altro vettore: Ego Airways che porterà voli per Sicilia e Sardegna

Aeroporto Ridolfi

Aeroporto Ridolfi

Forlì, 28 ottobre 2020 - La data di (ri)nascita del Ridolfi è oggi, 28 ottobre. Perché dopo due anni e mezzo di traversie, imprevisti e colpi di scena come nemmeno in un thriller, l’aeroporto oggi è pienamente operativo. Sui monitor di piloti e torri di controllo, lo scalo è in funzione. Domani la vernice ufficiale con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli (in videoconferenza), il governatore Stefano Bonaccini e il presidente di Enac, Nicola Zaccheo, che sarà presenti al terminal.

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A oggi le compagnie che si sono impegnate per assicurare i voli, sono salite a quattro. L’ultima ’arrivata’ è Ego Airways, società italiana sorta nel 2019, in attesa della certificazione operativa, che ha fatto sapere di voler collegare la Romagna con Sardegna, Sicilia e altre località del Sud Italia. Si aggiunge ad Air Dolomiti – società italiana controllata dalla tedesca Lufthansa – , il cui volo inaugurale Forlì-Monaco di Baviera sarà in calendario cinque giorni la settimana dal primo dicembre; Lumiwings, compagnia greca, base per collegamenti con l’Europa orientale e nel periodo estivo con i centri turistici del mar Egeo), e infine la maltese Air Horizont che sposterà da Saragozza a Forlì il suo hub (ne parliamo a parte).

Inaugurato il 19 settembre del 1936, l’aeroporto ’Luigi Ridolfi’, aviatore originario di Pievequinta morto nel 1919, ha vissuto dopo la seconda guerra mondiale da scalo regionale, con intensa attività di scuola di volo e ribalta in occasione del Salone internazionale dell’Aviazione, che si svolse per 5 anni fra l’86 e il ’90. L’epoca d’oro risale però all’inizio degli anni Duemila, quando cinquanta giorni dopo l’attentato al World Trade Center di New York, la compagnia irlandese Ryanair scelse a sorpresa proprio il Ridolfi, debuttando con un volo Forlì-Londra, il primo novembre 2001.

Fra il 2001 e il 2013 i cittadini romagnoli hanno potuto decollare da Forlì per atterrare su quasi tutte le principali città europee, da Parigi a Mosca, passando per Barcellona e Berlino, oltre a Sicilia e Sardegna. Ma mentre il traffico aereo riuscì a superare gli 800 mila passeggeri all’anno, si accumulanvano anche le perdite nei bilanci di Seaf, la società pubblica – i soci erano gli enti locali, ma il Comune era quello più esposto – che per contratto erano costrette a ’finanziare’ le compagnie low cost per ogni collegamento portato. Si calcola che nel periodo 2004-2011 i debiti siano saliti a 33 milioni, fino al fallimento della società Seaf, nel maggio 2013. L’ultimo volo decollato fu un velivolo per la città romena di Cluj, il 29 marzo di quell’anno.

Negli ultimi 7 anni le luci delle speranze e delle delusioni si sono accese a intermittenza. Un falso salvatore si rivelò l’affarista americano Robert Halcombe, che si aggiudicò il bando di gestione e poi si eclissò dopo annunci roboanti, tipo il collegamento con Washington. È infine storia di ieri la cordata romagnola, con a capo Giuseppe Silvestrini ed Ettore Sansavini, fondatori della compagnia Forlì Airport, che nel 2018 ha vinto l’ennesimo bando e dopo due anni e mezzo di fatiche e soprattutto investimenti, arriva ora a raccogliere i primi frutti di un’impresa a lunga apparsa temeraria.