Forlì, muore di leucemia a 17 anni. Batteria donata alla scuola

Muore a 17 anni di leucemia, i genitori donano lo strumento alla scuola

Andrea Sturlese, morto di leucemia a 17 anni

Andrea Sturlese, morto di leucemia a 17 anni

Forlì, 23 maggio 2019 - ‘Suonerà sempre per Andrea’. Poche semplici parole che arrivano dritte al cuore – impresse su una targhettina – e che hanno commosso docenti e alunni dell’istituto musicale Angelo Masini. A loro, infatti, Federico Sturlese e Barbara Vandelli, hanno donato la batteria del figlio Andrea, morto di leucemia il 14 gennaio scorso a soli 17 anni. Con un desiderio: che quello strumento, tanto amato dal loro ragazzo, suoni ancora per lui, tenendo viva la sua passione e il suo impegno e il suo coraggio. Lo stesso coraggio con cui, negli ultimi mesi di vita, ha affrontato una malattia che non gli ha lasciato scampo. Perciò la scuola ha raccolto col cuore gonfio di emozione l’appello di mamma Barbara e papà Federico, tanto che questa sera, il docente di percussioni Gian Luca Berardi dedicherà ad Andrea un assolo, nel corso dei saggi serali di fine anno che si terranno a partire dalle 20,30 in corso Garibaldi 98.

«A volte ti faceva sorridere – racconta la docente di italiano Barbara Balestri (Andrea frequentava la 4ªI del liceo scientifico Fulcieri Paulucci di Calboli) – a volte ti sconcertava, sempre ti colpiva con quella sua ostinazione nel cercare di capire. Metteva tutto se stesso in ciò che faceva, rifiutava ciò che era facile preferendo ciò che per lui era giusto e che lo rispecchiava. Era diverso... e diverso sarà anche questo mondo senza di lui, un mondo con meno colore e meno luce, un mondo reso povero dalla scomparsa del suo sorriso».

Andrea amava la lettura e la musica. A scuola aveva ottimi voti e una grande fiducia nel futuro, ma l’8 marzo 2018 la sua vita è cambiata inesorabilmente, in un istante. Quel giorno gli è stata diagnosticata una grave forma di leucemia. A nulla sono servite le cure, fra cui la chemio, che gli sono state somministrate all’ospedale di Rimini né il trapianto di midollo a cui era stato sottoposto poco prima di morire. Nell’ultimo periodo gli era stato anche impossibile sedersi sui banchi di scuola, ma non aveva smesso di ‘frequentare’ le lezioni. I professori, infatti, con la partecipazione della dirigente scolastica Susi Olivetti, si recavano a turno a casa sua per tenerlo costantemente aggiornato sulle lezioni e gli argomenti trattati in classe. Non solo.

«Andrea è sempre stato parte di noi – dicono i compagni di classe – ed è stato sempre partecipe durante le lezioni via Skype. Anzi, era quello che ne sapeva di più. Non era solo un semplice compagno di classe, ma un amico premuroso che anche nelle difficoltà era capace di pensare agli altri».

Oggi quella batteria suonerà per lui. E continuerà a farlo grazie al gesto di due genitori che hanno saputo trasformare il dolore in una forma di condivisione e gioia.