Ora la prof può sperare: "Ho fermato il cancro"

Luisa Stracqualursi, docente di statistica al Campus di Forlì, guarda al futuro "A marzo ho dovuto sospendere le cure. A luglio l’operazione, oggi insegno"

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"Sono riuscita a fermare la malattia". È arrivato come un raggio di luce in piena notte l’annuncio che in tanti attendevano: nella tarda serata di lunedì, la ricercatrice riminese Luisa Stracqualursi, docente di statistica al Campus di Forlì, ha affidato alla pagina Facebook "Luisa vive" parole piene di speranza e gratitudine. Gratitudine per i medici che si sono presi cura di lei e per chi non ha mai smesso di sostenerla nella sua battaglia contro una forma di cancro al seno particolarmente aggressiva.

"Non sono clinicamente guarita", ha precisato la prof, "ma la malattia che nessuna terapia sembrava in grado di arrestare oggi si è fermata". Luisa ha poi ringraziato chi è stato al suo fianco in questi mesi: "Vi mando un grande abbraccio virtuale, in un momento in cui gli abbracci non sono consentiti. Non ci si deve mai arrendere. Ciò che oggi sembra impossibile potrebbe non esserlo domani. Guardo con positività al futuro. Grazie a tutti voi, alle equipe del Memorial Sloan Kettering di New York e del Sant’Orsola di Bologna, ora posso di nuovo insegnare ai miei studenti".

Oltre 5mila donatori si sono mobilitati quando Luisa aveva lanciato una campagna di raccolta fondi per affrontare una trasferta negli Usa e tentare una terapia sperimentale. La maratona di solidarietà che ne era scaturita le aveva permesso di racimolare 312.000 Euro.

Con questa cifra Luisa era partita ad agosto 2019: dopo un primo periodo trascorso a New York, era rientrata a casa. Quando sembrava giunto il momento di ripartire per avviare una nuova terapia, ecco esplodere l’emergenza Covid.

"I primi di marzo il mio corpo non tollerava più la chemio", spiega la docente al Carlino. "Da qui la decisione dei medici di sospendere tutte le cure. Dopo un lieve miglioramento, il dolore toracico è peggiorato e sono comparse le crisi respiratorie. A giugno, il Memorial mi ha proposto un trial di immunoterapia mai praticato in Europa, ma non potevo partire finché le mie condizioni non fossero stabili. Il peso al petto mi costringeva a letto tutto il giorno. Sentivo che era arrivata la fine".

Poi, inaspettata, la svolta: "A luglio sono stata operata a Bologna e sono stata subito meglio. Il cancro non è più avanzato, i marcatori tumorali sono stabili. A novembre sono tornata a insegnare. Mi sembra un sogno". Il pensiero della prof va, infine, al Natale ormai vicino: "Sarà speciale. Me lo avete donato voi: è il regalo più grande che un essere umano possa ricevere. Continuerò a lottare dando valore a ogni istante che passa".

Maddalena De Franchis