Landi e Rush, rischio stop: si deciderà all’ultimo minuto

Entrambi non si allenano dopo gli infortuni a Scafati. Tre punti di sutura,. Bruttini ci sarà

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Due buone notizie e due notevoli punti interrogativi. È questo il sunto del ‘giorno dopo’ in casa Unieuro per quello che riguarda il referto del bollettino medico riguardante i quattro giocatori infortunati e usciti malconci dal match perso al PalaMangano di Scafati: in ordine di uscita, Aristide Landi, Davide Bruttini, Erik Rush e Samuel Dilas.

Partiamo dalle buone notizie. Bruttini e Dilas domani nel turno infrasettimanale contro Rieti, a meno di complicazioni dell’ultim’ora, saranno della partita. Infatti al lungo senese, uscito nel secondo quarto a causa di una gomitata che gli ha aperto una ferita sopra l’arcata sopraccigliare destra e che poi nel corso della gara gli procurava forti mal di testa, ieri mattina i sanitari del club hanno applicato tre punti di sutura e risolto il problema: il giocatore sta bene e oggi si allena con i compagni. Discorso analogo per Dilas uscito dal campo con un preoccupante dolore al fianco destro. Anche in questo caso gli esami effettuati hanno rilevato solo una leggera contusione all’anca che non ne dovrebbe mettere in dubbio l’impiego domani pomeriggio.

Quello che ad oggi ha meno probabilità di scendere in campo contro i laziali è Aristide Landi che dopo essersi procurato una distorsione alla caviglia sinistra e averci giocato sopra, ieri ha fatto terapie e lavoro differenziato in acqua, oggi farà lo stesso, non si allenerà e per quello che riguarda il suo impiego si deciderà solo all’ultimo minuto. Situazione analoga, ma leggermente megliore, quella di Rush. La distorsione alla caviglia non ha dato problemi, quello che invece preoccupa è un problema alla schiena emerso al ritorno dalla Campania. Anche per lui terapie e lavoro differenziato sia ieri che oggi e decisione di un suo eventuale impiego rimandata a poco prima della palla a due. La speranza è che almeno lui possa esserci, mentre ad oggi le speranze di vedere Landi in campo non sembrano essere altissime.

Stefano Benzoni