Forlì, 4 luglio 2022 - Il boom di richieste di contributi per prendere parte ai centri estivi arrivate in Comune parla chiaro: i numeri delle famiglie che scelgono di far trascorrere ai figli una porzione di estate in strutture organizzate è cresciuto esponenzialmente. "Quest’anno abbiamo avuto ben 1.715 richieste – spiega Paola Casara, assessora con delega alle Attività educative – ovvero 400 in più dello scorso anno". Si sarebbe trattato di 477mila euro di contributi in tutto, ma la Regione Emilia-Romagna ne aveva finanziati solo 144mila. «Sarebbero state soddisfatte – continua Casara – appena 534 domande, un terzo del totale, ma l’amministrazione ha voluto porre rimedio in maniera tempestiva, stanziando la differenza, che ammonta a circa 320mila euro, di tasca propria e colloquiando direttamente con i gestori dei centri estivi, in modo che le famiglie non dovessero mettere mano al portafoglio nemmeno per dare un anticipo che poi sarebbe stato loro rimborsato: abbiamo voluto evitare loro questo peso in un momento di grande incertezza economica". La crescita di iscrizioni non è una novità: "Già l’anno scorso – prosegue l’assessora – avevamo visto un aumento significativo, proprio per questo avevamo colloquiato con la Regione per allertarli sul rischio che i fondi stanziati potessero non essere sufficienti. Noi, in ogni caso, non potevamo giocare in anticipo, ma abbiamo fatto quanto in nostro potere facendo sì che non venisse esclusa nessuna famiglia tra quelle che avevano diritto al contributo. Ad ogni modo, possiamo dire che quella che stiamo vivendo è a tutti gli effetti una tendenza di crescita costante di richieste per i centri estivi". Il quadro è chiaro: un numero ogni anno maggiore di genitori opta per fruire dei centri estivi. Ma cosa è cambiato in questi ultimi anni rispetto al passato? "La pandemia – sottolinea Casara – senz’altro ha una responsabilità sotto diversi punti di vista. I bambini e i ragazzi hanno dovuto passare tanto tempo da soli date le varie chiusure imposte dall’emergenza sanitaria e ora il bisogno di socialità è molto forte per tutti, ma non è questa l’unica ragione". Tra le motivazioni , infatti, ci sarebbero periodi di ferie sempre più risicati: "Chi lavora – va avanti l’assessora alle Attività educative – prende meno giorni di ferie, così ha bisogno di trovare una collocazione per i figli anche nei periodi in cui le scuole sono chiuse. In più c’è anche da dire che molti genitori non possono permettersi di partire per le vacanze, perciò trascorrono tutta l’estate in città: per loro il centro estivo è una buona soluzione perché consente ai ragazzi di passare del tempo di qualità con tanti coetanei senza il bisogno di lasciare Forlì".