Il momento della giornata che preferisce, dice, è rientrare a casa dopo un lunghissimo turno di lavoro, sfilarsi le scarpe e chiederle: ‘Alexa, metti la mia musica’, il tutto senza essere costretta a usare le mani. Sì, perché l’infermiera forlivese Raffaella Fuzzi è tra gli affezionati della prima ora al famoso assistente vocale di Amazon, eppure ammette di sfruttare il dispositivo in misura di gran lunga inferiore alle sue potenzialità. Raffaella Fuzzi, da quanto tempo possiede Alexa? "Da un paio d’anni. Quando ne ho sentito parlare per la prima volta, ho pensato subito: ‘Perché non provare?’". Cosa le hanno detto i suoi familiari? "All’inizio mi prendevano in giro, trovavano curioso che io dialogassi con un oggetto. A me, invece, questa interazione ha sempre divertito. Negli anni, poi, mi sono accorta che persino i miei amici più diffidenti si sono ‘convertiti’ a questa nuova tecnologia, o hanno regalato Alexa ad altre persone". Quali sono le funzioni che utilizza con maggior frequenza? "Oltre all’ascolto musicale, dovuto al fatto che il dispositivo funziona anche come valido speaker, la uso spesso per rispondere a dei quesiti o per cercare ricette di cucina. Sono opzioni disponibili anche sulla maggior parte degli smartphone, è vero, ma il valore aggiunto di Alexa è la sua immediatezza. Sarò banale, ma è un’assistente intelligente, in grado di apprendere continuamente nuove capacità". È stato facile installarlo in casa? "Sì, è semplice da collegare ad altri dispositivi e applicazioni. Io sono completamente negata per la tecnologia, eppure riesco a utilizzarlo senza difficoltà". Ritiene che questo genere di dispositivo possa risultare più utile a determinate categorie di persone? "Il fatto che Alexa possa garantire il controllo vocale della casa la rende particolarmente utile alle persone sole, agli anziani o a chi soffre di disabilità motorie. Di certo è una tecnologia dotata di un enorme potenziale anche per gli anni a venire". m. d. f.