Chi ha ucciso Franco Severi, il 53enne agricoltore ritrovato decapitato mercoledì della scorsa settimana in un dirupo a fianco della sua casa di Ca’ Seggio, a Civitella? Una domanda che dopo oltre una settimana continua a restare senza risposta, nonostante il lavoro senza sosta degli inquirenti (i carabinieri sono coordinati dal sostituto procuratore Federica Messina). Inquirenti che stanno seguendo diverse tracce, a cominciare dalle telecamere della zona.  Alla casa colonica dove Severi viveva da solo dopo la morte della madre nel 2021, si accede dalla strada provinciale Bidentina, percorrendo poi qualche altro centinaio di metri. Chi si è sbarazzato del corpo senza vita di ‘Tiglione’, questo il soprannome per il suo carattere aspro, lo ha trasportato con un veicolo fino alla sua proprietà, per poi risbucare sulla Bidentina, dirigendosi o verso Meldola o verso Santa Sofia. In questi giorni gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere installate dal Comune di Civitella e di almeno un’altra attività che si trova lungo la strada provinciale, così da verificare il passaggio o meno di automobili sospette, a cominciare dalla Fiat Panda del fratello Daniele, che è indagato: il mezzo è stato perquisito e sequestrato nei giorni scorsi; i Ris avrebbero trovato tracce di sangue all’interno di un’automobile (non si conoscono ulteriori auto a sua disposizione, dunque verosilmente la stessa Panda).  A intensificare le ricerche in questa direzione c’è un altro elemento: l’orario della morte. La prima ricognizione sul cadavere stimava tra le 24 e 48 ore prima, dunque teoricamente anche nella sera di lunedì 20 giugno. Dovrebbe essere invece avvenuta tra martedì sera e mercoledì mattina. Questo perché l’ultimo accesso su WhatsApp – così hanno raccontato i familiari durante una trasmissione tv – risale alle 19 di martedì 21 giugno. Il corpo del 53enne è stato ritrovato alle 21.45 del mercoledì. C’è un’altra domanda che gli inquirenti si stanno ponendo: come può l’assassino aver fatto tutto da solo? Franco Severi pesava circa 100 chili e sopraffarlo non era uno scherzo. Possibile che abbiano agito più persone? E se sì, chi? La testa dell’uomo è svanita nel nulla, quasi come se il carnefice del 53enne avesse voluto cancellare l’esistenza della vittima. Quali fossero i rapporti tra i fratelli Severi è emerso pubblicamente. Da un lato c’è Daniele, residente a Meldola, dall’altro quattro fratelli (inclusa la vittima) e due sorelle, cinque dei quali difesi dagli avvocati Max Starni e Massimo Mambelli viste le diatribe penali e civili nate in questi anni. Due cause – finite poi in un nulla di fatto dal punto di vista giudiziario – sono state depositate dopo altrettanti incendi che divamparono nell’azienda agricola della vittima, danneggiando un capannone. Secondo Daniele, sarebbe stato Franco ad appiccare il fuoco, così da intascare il risarcimento dell’assicurazione.  Anche mercoledì i carabinieri si sono presentati a casa di Severi, a Meldola (l’uomo però non sarebbe stato sentito). Per chiarire il quadro ancora pieno di punti di domanda si attendono i risultati dell’autopsia e dell’esame tossicologico. Luca Bertaccini

Cronaca

Chi ha ucciso Franco Severi, il 53enne agricoltore ritrovato decapitato mercoledì della scorsa settimana in un dirupo a fianco della sua casa di Ca’ Seggio, a Civitella? Una domanda che dopo oltre una settimana continua a restare senza risposta, nonostante il lavoro senza sosta degli inquirenti (i carabinieri sono coordinati dal sostituto procuratore Federica Messina). Inquirenti che stanno seguendo diverse tracce, a cominciare dalle telecamere della zona. 
Alla casa colonica dove Severi viveva da solo dopo la morte della madre nel 2021, si accede dalla strada provinciale Bidentina, percorrendo poi qualche altro centinaio di metri. Chi si è sbarazzato del corpo senza vita di ‘Tiglione’, questo il soprannome per il suo carattere aspro, lo ha trasportato con un veicolo fino alla sua proprietà, per poi risbucare sulla Bidentina, dirigendosi o verso Meldola o verso Santa Sofia. In questi giorni gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere installate dal Comune di Civitella e di almeno un’altra attività che si trova lungo la strada provinciale, così da verificare il passaggio o meno di automobili sospette, a cominciare dalla Fiat Panda del fratello Daniele, che è indagato: il mezzo è stato perquisito e sequestrato nei giorni scorsi; i Ris avrebbero trovato tracce di sangue all’interno di un’automobile (non si conoscono ulteriori auto a sua disposizione, dunque verosilmente la stessa Panda). 
A intensificare le ricerche in questa direzione c’è un altro elemento: l’orario della morte. La prima ricognizione sul cadavere stimava tra le 24 e 48 ore prima, dunque teoricamente anche nella sera di lunedì 20 giugno. Dovrebbe essere invece avvenuta tra martedì sera e mercoledì mattina. Questo perché l’ultimo accesso su WhatsApp – così hanno raccontato i familiari durante una trasmissione tv – risale alle 19 di martedì 21 giugno. Il corpo del 53enne è stato ritrovato alle 21.45 del mercoledì.
C’è un’altra domanda che gli inquirenti si stanno ponendo: come può l’assassino aver fatto tutto da solo? Franco Severi pesava circa 100 chili e sopraffarlo non era uno scherzo. Possibile che abbiano agito più persone? E se sì, chi? La testa dell’uomo è svanita nel nulla, quasi come se il carnefice del 53enne avesse voluto cancellare l’esistenza della vittima.
Quali fossero i rapporti tra i fratelli Severi è emerso pubblicamente. Da un lato c’è Daniele, residente a Meldola, dall’altro quattro fratelli (inclusa la vittima) e due sorelle, cinque dei quali difesi dagli avvocati Max Starni e Massimo Mambelli viste le diatribe penali e civili nate in questi anni. Due cause – finite poi in un nulla di fatto dal punto di vista giudiziario – sono state depositate dopo altrettanti incendi che divamparono nell’azienda agricola della vittima, danneggiando un capannone. Secondo Daniele, sarebbe stato Franco ad appiccare il fuoco, così da intascare il risarcimento dell’assicurazione. 
Anche mercoledì i carabinieri si sono presentati a casa di Severi, a Meldola (l’uomo però non sarebbe stato sentito). Per chiarire il quadro ancora pieno di punti di domanda si attendono i risultati dell’autopsia e dell’esame tossicologico.
Luca Bertaccini

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