Piergiuseppe Bertaccini davanti a un ingresso della cattedrale: ricopre il ruolo di amministratore

di Sofia Nardi Pier Giuseppe Bertaccini, conosciuto anche con il nome della popolare maschera comica ‘Sgabanaza’, lei è un volto noto del mondo cattolico: come si spiega il fatto che la Romagna non abbia ottenuto alcun fondo del Pnrr per il restauro delle chiese, mentre l’Emilia ha ottenuto risposta positiva per ben 42 progetti?  "Mi vien da pensare a Peppone e Don Camillo. Noi da sempre siamo così, passiamo per la Romagna anticlericale, dove si pensa a divertirsi, mentre in Emilia, zitti zitti, riescono a ottenere sempre qualcosa di più".  In questo caso parliamo di oltre 44 milioni di euro contro i zero arrivati in Romagna.  "Storicamente è sempre stato così, anche in politica: alla Romagna arrivavano sempre le briciole. Forse succede anche perché, come dimensioni, l’Emilia ci supera di molto, ma diciamo che è anche perché noi siamo più divisi… Lo Stato, da sempre, è più propenso a rivolgersi all’Emilia".  In un secondo momento, dopo un confronto con i vescovi, la Romagna ha ottenuto di poter vedere accolti tre progetti per ogni diocesi. Forlì ne aveva presentati originariamente sette e ora ne dovrà lasciare indietro quattro. Quali le sembrano più urgenti?  "Io sono amministratore del Duomo di Forlì e conosco bene le sue problematiche, in più sono anche molto legato alla cattedrale dove recentemente ho celebrato i 50 anni di nozze e sarei particolarmente dispiaciuto se il progetto che la riguarda non venisse portato a termine".  Qual è la situazione attuale del duomo?  "Drammatica, e non mi sto riferendo tanto a questioni strutturali: su quelle si stanno facendo i sondaggi proprio in questo periodo e non sta a me parlarne. Diciamo che dopo il lockdown abbiamo visto cambiare tutto: le persone sono più impaurite, escono meno e c’è grande preoccupazione economica. Noi vediamo un calo di frequenza alle funzioni e c’è anche meno attenzione sul versante del volontariato che garantiva entrate molto utili. L’aumento delle utenze, poi, non ci aiuta".  Gli interventi potrebbero dare una mano anche su questo fronte?  "Senz’altro, perché abbiamo impianti termici e di illuminazione vetusti che andrebbero sostituiti con altri più sostenibili sul piano dei costi. Se non sarà possibile portare a termine questi interventi ci troveremo in serie difficoltà". I vescovi hanno accolto con un moto di sdegno il rifiuto dei progetti romagnoli. Lei cosa ne pensa?  "Sono molto dispiaciuto per quello che è successo. Penso anche, però, che dovremmo affidarci un po’ di più alla provvidenza. Siamo fedeli: preghiamo, dunque, un po’ di più per il futuro delle nostre amate chiese".

Cronaca

di Sofia Nardi
Pier Giuseppe Bertaccini, conosciuto anche con il nome della popolare maschera comica ‘Sgabanaza’, lei è un volto noto del mondo cattolico: come si spiega il fatto che la Romagna non abbia ottenuto alcun fondo del Pnrr per il restauro delle chiese, mentre l’Emilia ha ottenuto risposta positiva per ben 42 progetti? 
"Mi vien da pensare a Peppone e Don Camillo. Noi da sempre siamo così, passiamo per la Romagna anticlericale, dove si pensa a divertirsi, mentre in Emilia, zitti zitti, riescono a ottenere sempre qualcosa di più". 
In questo caso parliamo di oltre 44 milioni di euro contro i zero arrivati in Romagna. 
"Storicamente è sempre stato così, anche in politica: alla Romagna arrivavano sempre le briciole. Forse succede anche perché, come dimensioni, l’Emilia ci supera di molto, ma diciamo che è anche perché noi siamo più divisi… Lo Stato, da sempre, è più propenso a rivolgersi all’Emilia". 
In un secondo momento, dopo un confronto con i vescovi, la Romagna ha ottenuto di poter vedere accolti tre progetti per ogni diocesi. Forlì ne aveva presentati originariamente sette e ora ne dovrà lasciare indietro quattro. Quali le sembrano più urgenti? 
"Io sono amministratore del Duomo di Forlì e conosco bene le sue problematiche, in più sono anche molto legato alla cattedrale dove recentemente ho celebrato i 50 anni di nozze e sarei particolarmente dispiaciuto se il progetto che la riguarda non venisse portato a termine". 
Qual è la situazione attuale del duomo? 
"Drammatica, e non mi sto riferendo tanto a questioni strutturali: su quelle si stanno facendo i sondaggi proprio in questo periodo e non sta a me parlarne. Diciamo che dopo il lockdown abbiamo visto cambiare tutto: le persone sono più impaurite, escono meno e c’è grande preoccupazione economica. Noi vediamo un calo di frequenza alle funzioni e c’è anche meno attenzione sul versante del volontariato che garantiva entrate molto utili. L’aumento delle utenze, poi, non ci aiuta". 
Gli interventi potrebbero dare una mano anche su questo fronte? 
"Senz’altro, perché abbiamo impianti termici e di illuminazione vetusti che andrebbero sostituiti con altri più sostenibili sul piano dei costi. Se non sarà possibile portare a termine questi interventi ci troveremo in serie difficoltà".
I vescovi hanno accolto con un moto di sdegno il rifiuto dei progetti romagnoli. Lei cosa ne pensa? 
"Sono molto dispiaciuto per quello che è successo. Penso anche, però, che dovremmo affidarci un po’ di più alla provvidenza. Siamo fedeli: preghiamo, dunque, un po’ di più per il futuro delle nostre amate chiese".

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