di Edoardo Turci
Dal prossimo autunno, forse, verrà chiuso solo in orario notturno, il servizio di ’Primo soccorso’ all’Ospedale di Comunità ’L. Cappelli’ di Mercato Saraceno. Ancora di deciso non v’è nulla, ma il percorso per andare in quella direzione esiste dopo che giorni fa, i vertici dell’Ausl avevano chiesto, riguardo all’alleggerimento del ’Primo soccorso’, un incontro con l’amministrazione comunale di Mercato Saraceno. "Ci siamo mossi immediatamente per capire di più su questa idea – conferma la sindaca Monica Rossi – e già domani avremo un incontro con l’Ausl per avere maggiori dettagli. Si parlerebbe di numeri bassi relativi all’accesso al servizio sanitario di notte ma noi a livello di territorio valligiano, non ragioniamo in termini di numeri, ma di qualità e presenza dei servizi sanitari e su questo manterremo la linea".
Sul punto interviene anche Guido Donati, colonna storica del Partito Repubblicano mercatese e da sempre portavoce del ’Comitato cittadino a difesa dei servizi sanitari e ospedalieri della Vallata del Savio’. "Rimango sorpreso – afferma - il servizio di ’Primo intervento’ non è mai stato messo in discussione, funziona a meraviglia e non credo che in così breve tempo siano mutate le condizioni per contestarlo. Ma com’è possibile che in un territorio gestito da quattro-cinque amministrazioni comunali con 12-13 mila abitanti, avvengano simili prese di posizioni da parte dell’Ausl e senza che la popolazione interessata sappia nulla? Ma ci pensate di notte andare al pronto soccorso del Bufalini, per chi abita a Sogliano, a Romagnano, a Gualdo di Roncofreddo o a Mercato-Sarsina, con un codice verde perché di cose di poco conto, a livello sanitario, si tratta? Ma quali tempi di attesa? Mi sa che l’ospedale di Mercato sia sempre sotto tiro quando si tratta di sfrondare qualche servizio, andando in contraddizione con quanto affermano politici ed istituzioni, compresa la Regione, sul potenziamento dei servizi sanitari in zone periferiche".
Il Cappelli dall’ottobre 2005 funziona come Ospedale di comunità, all’epoca una novità in campo sanitario nazionale e uno dei primi istituiti in Regione. Un servizio rivolto a coloro che, risiedendo nella vallata del Savio, non necessitano di interventi diagnostici e-o terapeutici ad elevata tecnologia, stesso modo per quanto il mini pronto soccorso. Quella riconversione ospedaliera partita oltre una ventina d’anni (prima il Cappelli era un ospedale autonomo, sorto nella seconda metà dell’800) portò una ventata di novità con nuove forme di assistenza ed anche un segnale incoraggiante per l’utilizzo delle strutture ospedaliere periferiche. La speranza per i cittadini valligiani è che rimanga così com’è.
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