Forlì, 3 luglio 2010 - ALLE UNDICI e mezza viene arrestato. È stremato, la faccia rigida e le manette ai polsi. I poliziotti lo circondano. Lo fissano vittoriosi, sulla rotonda della circonvallazione di Forlimpopoli. Per pigliarlo si son quasi fatti ammazzare in un inseguimento da pazzi sulla via Emilia proprio quando la strada concede tutta se stessa al traffico. Quattro auto della polizia — due della Mobile, una volante e due della Digos — contro quella Ford Fusion. Frenate, sgommate. Affiancamenti. Speronamenti. Ancora frenate. Tutto così per cinque martellanti angosciosi minuti, tra il parcheggio dello stadio di Forlì e la rotonda di Forlimpopoli. S’è rischiata più volte la tragedia.

 Con gli automobilisti costretti a soste e sterzate per evitare di rimetterci l’osso del collo. Cinque minuti da panico. Un’auto della questura distrutta e quattro agenti in ospedale. Ferite lievi a un polso o a una gamba. Che gli è successo a quell’uomo? 45 anni, cesenate, incensurato, da anni seguito dai servizi psichiatrici dell’Ausl di Cesena, è stato arrestato con le accuse di violenza privata, resistenza, minacce, danneggiamento. Stando ad alcuni testimoni, l’uomo verso le 10.30 prima avrebbe tamponato un’auto nel parcheggio del Mercatone Uno, a Bertinoro. Un’ora dopo scappa a un controllo e innesca la fuga.