Forlì, 10 settembre 2011 - DOPO i biancorossi del calcio, Vasco. La rockstar di Zocca ha raccontato ai fan di avere «un’infezione da batterio killer» scatendando le domande di milioni di fan. È grave? Che rischi corre? Stafilocco Aureo: i medici di mezza Italia hanno provato a tranquillizzare i fan: «Si tratta di un batterio comunissimo, diffuso sulla superficie cutanea di qualsiasi uomo». Niente paura, bastano sei settimane di antibiotici. Vasco è al sicuro. Ma il Forlì?

DA UN ANNO abbondante anche lo spogliatoio biancorosso è tutto un pullulare di stafilococco aureo, che i calciatori hanno presto battezzato ‘bubboni’. Decine di casi l’anno scorso, già due nella stagione appena cominciata. Il risultato dell’infezione batterica sono enormi e dolorose escrescenze che costringono a lunghe pause difensori e centravanti. L’anno scorso la società biancorossa ha provato a risolvere il caso — la squadra era decimata nelle settimane clou della stagione — disinfestando da capo a piedi docce e spogliatoi. Risultati? Zero. I bubboni son tornati insieme al pallone.
Nella stagione appena cominciata già due i casi accertati: Massimiliano Sampaolesi, neoacquisto 19enne, e Francesco Torelli, forlivese di 17 anni. La convinzione diffusa è che il batterio sia arrivato l’estate scorsa, portato a Forlì dai giocatori acquistati dal Riccione. Ma si stratta di supposizioni. Di certo c’è solo che la battaglia finora è stata persa. E ad agosto, prima di cominciare la stagione sportiva, tutti i calciatori del Forlì sono stati sottoposti a tampone nasale per accertare la ‘positività’ all’infezione. I risultati però sono stati comunicati solo ai diretti interessati per questione di privacy. Nessuno è stato allontanato dallo spogliatoio. E al riprendere dell’attività sportiva la prima squadra è finita di nuovo sotto attacco.

L’OUTING di Vasco ha smosso l’opinione pubblica e messo i brividi allo staff biancorosso. Tra le tante posizioni ‘preoccupanti’ c’è quella presa dall’infettivologo del San Raffaele di Milano Adriano Lazzarin: «Il passaggio all’interno dell’organismo può causare ascessi, infezioni polmonari o dell’apparato gastroenterico — ha spiegato al sito internet ‘ilsussidiario.net’ — e in certi casi il batterio può sopravvivere anche agli antibiotici, diventando molto resistente e difficilmente controllabile. Lo stafilococco può essere anche mortale, soprattutto se passa in un soggetto poco competente dal punto di vista immunologico, e quando poi diventa non più sensibile agli antibiotici l’infezione non guarisce, e in questi casi non c’è molto da fare».

I GIOCATORI del Forlì sono stati colpiti dall’infezione in zone ‘deboli’: caviglie, ginocchia, polpacci. Lo stafilococco è andato a intrufolarsi nel corpo biancorosso attraverso i suoi punti deboli, in molti casi lasciando la superficie epidermica per entrare nell’organismo. Un anno fa il più colpito fu Mirco Spighi, promettentissimo 21enne passato in estate al Rimini. E proprio a Rimini finì la stagione del Forlì, eliminato nella partita decisiva senza alcuni tra i suoi migliori giocatori fermati proprio dallo stafilococco aureo. «La situazione è identica in molte altre squadre, solo che viene tenuta nascosta» sussurra qualche giocatore. Il Forlì sta provando a uscirne. Prima che il ‘bubbone’ provochi danni più gravi di qualche settimana senza pallone.