Forlì, 23 settembre 2011 - IN UN CLIMA surriscaldato si è svolta l’altra sera a San Lorenzo in Noceto un’attesissima assemblea di confronto sul trasferimento e la costruzione di nuovi allevamenti di galline ovaiole Sabbatani. Da una parte il comitato dei 120 dipendenti dell’azienda (oltre 1000 firme raccolte), che ha organizzato l’incontro e difende a spada tratta i posti di lavoro, dall’altra i rappresentanti del comitato per la tutela della valle del Rabbi (700 firme raccolte) e in mezzo, tra fuochi incrociati, gli amministratori di Forlì e Predappio, perché il progetto è nel comune di Forlì, ma ai confini con quello di Predappio, vicino a Fiumana.

IN APERTURA di seduta, l’assessore alle attività produttive di Forlì, Maria Maltoni, ha assicurato i presenti che «i nuovi impianti del progetto, seguito dal comune di Forlì in modo scrupoloso, porteranno vantaggi non solo agli animali, come vuole la normativa europea, e ai lavoratori, ma anche all’ambiente. Questo progetto — ha concluso Maltoni — deve andare in porto, perché è in regola e ha una rilevanza eccezionale per l’occupazione».
L’ingegnere del Comune di Forlì Ermes Sbaragli ha illustrato l’iter del progetto. A febbraio 2010, l’azienda Sabbatani ha presentato il progetto per trasferire entro due anni 18 piccoli capannoni, non più a norma, da Chiusa e Mezzacosta al podere Cesti, vicino a Fiumana, dove ne saranno costruiti 3 moderni per 176mila galline ovaiole (il 75% dell’attuale capienza dei 18 capannoni da demolire).

La commissione d’impatto ambientale, dopo tre sedute, dà l’ok e a novembre 2010 il comune di Forlì rilascia i permessi. Per chiedere la sospensione, nell’aprile 2011 il comitato per la tutela della valle del Rabbi fa ricorso al Tar, che lo respinge. Il comitato ricorre al Consiglio di Stato che si pronuncerà «sulla corretta procedura del Tar» il prossimo 4 ottobre. Dopo aver precisato che tutti i permessi riguardano il comune di Forlì e gli enti preposti a livello provinciale (Arpa, Ausl, eccetera), il sindaco di Predappio, Giorgio Frassineti, ha sostenuto «di sentirsi garantito dal sistema delle regole». Ha chiesto ai presenti di «evitare le contrapposizioni che mettono le persone le une contro le altre». E ha concluso, sostenuto anche dall’assessore all’ambiente Fausto Leonessi di Fiumana, che l’amministrazione comunale di Predappio farà tutto il possibile per «tenere insieme tutela dell’ambiente e dei posti di lavoro».

SE L’AZIENDA Sabbatani non riuscisse a costruire nuovi capannoni, investendo 5milioni di euro, sarebbero a rischio dai 15 ai 20 posti di lavoro, fra gli attuali 120 dipendenti, divisi a metà tra Forlì e Predappio. Civile ma molto accesso il dibattito fra i sostenitori del progetto e quelli contrari. Per i primi sono intervenuti in tanti, incoraggiati dai ripetuti applausi del pubblico, fra cui Paolo Neri, presidente del comitato di quartiere San Lorenzo in Noceto, Andrea Maggiorelli, Antonio Barbato e Natascia Castori, per sostenere la «regolarità del progetto, il rispetto dell’ambiente da parte dell’azienda Sabbatani, che produce galline non scorie radioattive, per difendere un’azienda modello, visitata ogni giorno da delegazioni estere, perfino dalla Russia e Giappone, ma soprattutto per difendere il posto di lavoro in un momento di crisi pericolosa per tutti».

PER IL COMITATO Tutela della valle del Rabbi sono intervenuti a più riprese, «nella tana del lupo», la responsabile Sabrina Caroli e Leonardo Ugolini, che hanno sostenuto «di non essere contro l’occupazione e il progetto dei nuovi capannoni, che però devono essere costruiti altrove, non vicino al paese di Fiumana e al fiume, ma in altre località, perché Sabbatani possiede altri 450 ettari di terreno». Al termine i responsabili del comitato a favore del nuovo progetto hanno invitato i «colleghi avversari» a visitare i capannoni, «sicuri dal punto di vista ambientale». La visita si terrà nei prossimi giorni.