Forlì, 15 marzo 2013 -  Poi la faccenda si fa ancora più seria. Troppo. La madre del ragazzo — 18enne studente forlivese delle superiori, sotto ricatto per un debito di droga — una sera subisce un agguato."Devi dire a tuo figlio che se non paga io lo ammazzo!" (Nelle sere precedenti altri giovani minacciosi s’aggiravano vicino a casa).

Il tipo ha la faccia cancellata da un passamontagna. E dopo quell’avvertimento da brividi scappa. La donna — terrorizzata — non ne può più. Le intimidazioni vanno avanti da settimane. Il ragazzo è ricattato da qualcuno. Qualcuno cui deve dei soldi — 100 euro —, per della marijuana mai saldata. I genitori del 18enne vanno di nuovo dai carabinieri che sul caso già indagano da metà gennaio. Il ragazzo vince la paura. La trappola è pronta. I carabinieri la preparano nei dettagli. Scatta l’arresto. In flagranza di reato.
 

Diciassette anni, albanese, da tempo residente a Forlì con la famiglia. Anche lui studente. Nella stessa scuola della sua vittima. Il minore è stato arrestato: è accusato di estorsione continuata. Ma non solo. Quando viene fermato, il ragazzo reasgisce. Reagisce con forza. Tenta di fuggire. È una furia: denunciato anche per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Dopo l’nterrogatorio effettuato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minorenni di Bologna, Anna Filocamo, il 17enne è stato rispedito a casa, dai genitori. Ma agli arresti domiciliari. Può uscire solo per un motivo: andare a scuola.


Metà gennaio. Un pomeriggio il cellulare del 18enne — dimenticato in camera sua — viene inondato di messaggi. La madre tentenna un po’. Poi li legge (anche perché ha notato che da diversi giorni il figlio è nervoso, intimorito, evita di parlare; atteggiamento insolito). I messaggini fanno gelare il sangue. Il 18enne viene pesantamente minacciato. Non solo. Nella stanza la donna rinviene piccole quantità di droga. Marijuana. La madre corre dai carabinieri. L’indagine è immediata. E finisce nelle mani dei militari del nucleo operativo e radiomobile diretti dal capitano Cristiano Marella.


Il 18enne viene pedinato. Ogni sua abitudine sorvegliata. Frequenta tipi sospetti. Un giorno viene beccato a comprare della droga. Viene bloccato, segnalato come assuntore (il ragazzo che gli ha venduto la droga viene arrestato). I carabinieri al 18enne chiedono di quei messaggini minacciosi trovati dalla madre. Il ragazzo ammette d’essere nei guai. Ma non vuole collaborare. Ha paura. "Me la caverò da solo". I carabinieri però non lo mollano. E dopo l’agguato subìto dalla madre si convince a collaborare. Viene organizzato l’incontro col suo estorsore. Il ragazzo si mette in tasca 100 euro (fotocopiate dai carabinieri). L’appuntamento è a Forlimpopoli. Il 18enne consegna la banconota al 17enne. Poi sbucano i carabinieri: il minorenne è in trappola (i soldi in tasca sono la pistola fumante).
 

ma. bur.