Forlì, 20 dicembre 2013 - Pietro Esposito è stato catturato a Forlì dal personale della squadra mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana, nel corso di una operazione congiunta con il personale della questura del posto. Gli agenti lo hanno notato mentre si aggirava nei pressi di un bed and breakfast. Hanno così ipotizzato che potesse soggiornare nella struttura ma poi è emerso che era ospite a casa della sorella. Dell’arresto è stato subito informato il procuratore capo di Forlì, Sergio Sottani. Il pentito di camorra è evaso dal carcere di Pescara sabato, dopo aver ottenuto un permesso. Lo attendeva fuori dal carcere la compagna. 

Esposito stava scontando una pena per evasione dai domiciliari e sarebbe tornato libero a giugno dell’anno prossimo. L’ex collaboratore di giustizia, che negli anni passati aveva terminato di scontare le pene per vicende di sangue e viveva nel pescarese, è stato arrestato il 24 settembre 2011 per una rapina in abitazione. Lo hanno fermato con due complici i carabinieri del Nucleo operativo ed è finito in carcere. Poi, il 31 marzo 2012, gli sono stati concessi i domiciliari ma si è reso responsabile di evasione e il 18 aprile e’ finito di nuove in carcere per evasione. Quello di cui ha beneficiato sabato non era il primo permesso. Anche ad agosto si era assentato dal carcere ma aveva fatto regolarmente rientro. 

Esposito è stato intercettato attraverso il cellulare. Non era la sua utenza, ma un numero telefonico attivato dalla compagna nei giorni scorsi. Attraverso il sistema di localizzazione la squadra mobile ha individuato la zona dove poteva trovarsi l’evaso, facendo scattare il piano per arrivare poi alla sua cattura.
Fondamentale ai fini della soluzione del caso si è rivelata la collaborazione della polizia penitenziaria, che ha fornito agli uomini della mobile una serie di informazioni rivelatesi molto utili alle indagini per quanto riguarda la rete di relazioni di Esposito. L’uomo è stato incrociato per strada. 

Secondo quanto si è appreso Esposito si sarebbe rifugiato dalla sorella subito dopo ottenuto il permesso di uscita dal carcere San Donato di Pescara. L’uomo non era armato e non ha opposto resistenza alla cattura, anzi, avrebbe risposto "Sì, sono io" agli agenti che lo hanno bloccato. Ora si trova nella casa circondariale di Forlì e, almeno per ora, non si parla di un rientro immediato a Pescara.
Il capo della squadra mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, ha ricevuto una telefonata dal Ministero. 

E’ stata avviata, come da prassi, un’indagine interna al carcere di Pescara, per accertare se vi siano state condotte o fattispecie di reato nella vicenda dell’ evasione del pentito. A valutare agevolazioni come i permessi per i detenuti è un’equipe di osservazione interna al carcere, composta da educatori, assistenti sociali e medici, che osservano lo stato sociale, ovvero il comportamento, del detenuto all’interno della struttura penitenziaria. La valutazione viene poi rimessa al magistrato di sorveglianza, cui spetta l’ultima parola sull’eventuale permesso.