ALESSANDRO RONDONI
Cronaca

Addio a Partisani, l’artigiano dei molini. Attivo fino all’ultimo: aveva 98 anni

La storica azienda esporta in tutto il mondo macine a pietra. Il lavoro, per lui, era un divertimento. Lunedì i funerali ai Cappuccinini

Addio a Partisani, l’artigiano dei molini. Attivo fino all’ultimo: aveva 98 anni

Addio a Partisani, l’artigiano dei molini. Attivo fino all’ultimo: aveva 98 anni

Vasto cordoglio in città e nel mondo imprenditoriale, istituzionale e associazionistico, per la morte di Ernesto Partisani, deceduto giovedì a 98 anni. I funerali si svolgeranno lunedì alle 10 con partenza dalla camera mortuaria dell’ospedale Morgagni-Pierantoni, e saranno celebrati nella parrocchia dei Cappuccinini.

Già presidente di Confartigianato e imprenditore di successo, Partisani ha portato la storica azienda ‘Partisani Molini’ ad ampliare la sua attività a livello internazionale, coinvolgendo poi, nel passaggio generazionale, figli e nipoti alla guida dell’impresa. L’azienda dal 1930 si dedica alla produzione di molini e impianti per la macinazione a pietra, a stretto contatto con il settore alimentare e non solo: raccontava di aver venduto un impianto a un’azienda farmaceutica che triturava così la colonna vertebrale degli squali per poi impiegarla all’interno di un medicinale.

Curava l’attività personalmente e con dedizione operando dal suo ufficio in via Buli a Forlì e, in passato, anche da Milano: aveva uno studio affacciato sulla piazza della stazione centrale. Si era trasferito in Lombardia per la prima volta nel 1951 – raccontò al Carlino – perché non amava attendere al telefono i propri interlocutori.

Partisani è stato uno dei protagonisti nel mondo economico di Forlì come presidente di Confartigianato, per due mandati sino al 2004: poi è diventato presidente onorario, e successivamente responsabile Anap (l’associazione nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato) a livello provinciale, regionale e nazionale. Aveva contribuito all’ampliamento della sede dell’associazione in viale Oriani. È stato ricordato come "un uomo che ha saputo dare il proprio contributo con competenza e garbo, creando un ottimo legame con il personale e, infaticabile come sempre, ha fatto crescere l’associazione nel territorio". È stato consigliere della Camera di Commercio, della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, della Residenza Zangheri, membro dell’Accademia degli Incamminati e socio del Rotary.

Nato il 2 giugno 1925 a Carpinello, ormai centenario era ancora attivo: nel 2005, al Carlino, disse di non avere un hobby, "a lavorare mi diverto ancora". Amici, collaboratori e dipendenti lo ricordano come "persona stimatissima e di grande professionalità". Sorridente, brillante, socievole, aveva un fine umorismo, la battuta sempre pronta e una capacità di ampia argomentazione. Colpiva per la sua spiccata curiosità, era ancora ben informato sull’attualità. Nel corso degli anni era diventato anche giornalista pubblicista, dirigendo il periodico di Confartigianato e altre riviste di settore.

Partisani non era tenero coi politici: "Mi sconcertano. Quando parlano identificano i problemi, anche correttamente, poi non fanno nulla. Mi pare che manchino di una visione strategica". Con uno di loro, però, aveva un rapporto di stima e amicizia: Pierferdinando Casini. Ieri il senatore ha voluto inviare il proprio cordoglio, poi divulgato da Confartigianato: "Ricordo con commozione Ernesto Partisani. Nel corso della sua vita è stato un romagnolo esemplare, un imprenditore illuminato e un uomo dotato di grande umanità e attenzione verso il prossimo. Sono certo che la comunità forlivese lo ricorderà come merita".

Per lavoro ha girato il mondo e in particolare il Sudafrica: aveva comprato una casa a Città del Capo e ammirava Nelson Mandela. Dietro la sua scrivania, a Forlì, c’era una grande foto di quel paese. Fino all’ultimo ha guardato avanti con lungimiranza e ottimismo: fino a tempi recenti guidava ancora la sua auto. Costretto ormai a ridurre la sua azione, ancora coltivava rapporti e amicizie telefonicamente.

Un capitolo a parte lo merita il rapporto di Partisani con lo sport: assidua presenza nel parterre del Palafiera alle partite di basket, da giovanissimo era stato un promettente ciclista dilettante. "Venni ingaggiato da una squadra di Milano – ebbe modo di raccontare –. Nel 1943 ero un ottimo pistard, gareggiavo al ‘Vigorelli’. Dovevo ricevere più di mille lire d’ingaggio ma dopo due giorni bombardarono il velodromo".

Nella sua casa in piazza Petrarca ha vissuto fino alla fine vicino a sua moglie, circondato dall’affetto della famiglia. Oltre alla moglie Mirella, Partisani lascia i figli Andrea, Monica e Patrizia, moglie di Alberto Zambianchi, già presidente della Camera di Commercio e direttore degli Industriali, e i nipoti. Zambianchi e i familiari lo ricordano per la sua dedizione alla famiglia, la grande generosità e per essere stato "un ottimo imprenditore, particolarmente lungimirante e dotato di molti talenti".