Alberto Zambianchi ha guidato Unioncamere Emilia-Romagna come presidente, per due mandati, dal 2015 fino a pochi giorni fa (il successore è il bolognese Valerio Veronesi, già suo vice). Per 15 anni Zambianchi ha rappresentato la Camera di Commercio di Forlì-Cesena, poi della Romagna, fino ad arrivare all’organo che riunisce le Camere di tutta la regione. "Il mio compito è terminato con la fusione degli enti di Parma, Reggio Emilia e Piacenza. Invito i forlivesi che ne hanno la possibilità a impegnarsi per il loro territorio con opportunità come quella che è toccata a me. Adesso? Resto presidente di Isaers e mi occupo della formazione professionale per l’aerospazio. E avrò più tempo per fare il nonno".
Zambianchi, gli ultimi anni del suo ruolo sono stati segnati da crisi continue: Covid, guerra in Ucraina, boom dell’energia e delle materie prime, alluvione...
"Avevo 36 anni quando sono diventato direttore di Confindustria Forlì-Cesena: quella era una fase fortunata con l’economia che cresceva anche del 6-7% all’anno. Dal 2020 in poi, sono come le piaghe d’Egitto... Ma lenire queste crisi è proprio il nostro compito".
Qual è stata la più grave?
"Da un punto di vista umano, non posso non dire il Covid: 19mila vittime in Emilia-Romagna. Le imprese di Forlì-Cesena hanno moltiplicato di oltre 20 volte le ore di cassa integrazione per effetto dei lockdown".
L’economia è guarita dal Covid?
"Le conseguenze della guerra in Ucraina sono state ancora più pesanti. Il mercato russo, in Emilia-Romagna, valeva 2 miliardi di fatturato. Penso, per esempio, al settore calzaturiero del Rubicone".
Il sistema regge o è a rischio?
"Guardiamo le statistiche: insieme alla Lombardia e il Veneto, siamo sul podio in tutte le voci economiche, sempre sopra la media nazionale. La nostra provincia, tra le nove della regione, è a centro classifica con punte d’eccellenza".
Come se lo spiega?
"In primo luogo, possiamo essere orgogliosi dei nostri imprenditori. E anche le Camere di commercio hanno dimostrato grande capacità di ascolto e risposta. Il nostro ruolo sembrava messo in discussione da una riforma quasi punitiva, come se fosse un ente costoso e poco attento. Non è così".
Che cosa intende?
"Che abbiamo sorretto l’export, il digitale e il sostegno al credito tramite i Confidi. Quando il Governo vara provvedimenti che riguardano le imprese, noi ci siamo. Una battuta: mi sono preso due volte il Covid perché ci sono riunioni alla qualli non si può non andare di persona".
La nostra Camera di Commercio è stata la prima, in regione, a fondersi. Lo rifarebbe?
"L’abbiamo fatto nel 2017, prima delle crisi. Quando queste sono arrivate, eravamo già pronti e rodati".
Le imprese si stanno già rialzando dall’alluvione?
"Come si dice spesso: qui la gente si rimbocca le maniche. Ed è vero. Ora tutti hanno bisogno di sapere che la sciagura non si ripeterà, grazie a quelle opere pubbliche che lo impediscano".
Come presidente di Isaers, si occupa indirettamente di aeroporto. Che futuro immagina per il Ridolfi?
"Le previsioni dicono che il trasporto aereo di persone e merci aumenterà. Dunque, è un’infrastruttura fondamentale che dovrà intercettare la crescita".