
Il giudice del tribunale del lavoro di Forlì, Agnese Cicchetti, dà ragione al sindacato Ugl dichiarando "antisindacale" il comportamento di Alea Ambiente, la società pubblica per la raccolta differenziata il cui consiglio d’amministrazione è formato dai Comuni del territorio forlivese.
Il caso è quello di un dirigente sindacale di Ugl, Massimo D’Orazio, responsabile provinciale di categoria dell’Unione generale del lavoro, che aveva contestato il divieto imposto da Alea ai permessi sindacali retribuiti per riunioni e incontri. Da lì, per violazione dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, s’era innescata una causa, avanzata dall’avvocato di Ugl, il giuslavorista Carlo Chiadini. Alea Ambiente, col suo legale, Giuseppe Mazzini, davanti al giudice aveva controbattuto che le ragioni di Alea erano insite nell’articolo 19 dello stesso Statuto, che prende in esame le rappresentanze sindacali; ossia: per la norma, ribadita sia dalla Cassazione, e resa più restrittiva pure da un pronunciamento della Corte Costituzionale, possono avere permessi sindacali solo coloro che appartengono alle organizzazioni che hanno "partecipato attivamente e direttamente alla trattativa, e non coloro che fanno parte di sindacati che hanno solo firmato o controfirmato i contratti. Ugl ha invece controfirmato due contratti relativi al salario variabile partoriti da una trattativa con Cgil, Cisl e Uil".
La sentenza del giudice Cicchetti – al netto delle motivazioni, non ancora note – sembra ribaltare invece questa visione. E ordina ad Alea "l’immediata cessazione del comportamento illegittimo" e la obbliga a "pagare le spese di causa" al sindacato di categoria Ugl.
"Siamo soddisfatti del decreto del giudice, ma non possiamo non rilevare che in forza di questo provvedimento – rimarca Filippo Lo Giudice, segretario dell’Ugl Romagna – una società ‘partecipata’ che conta come azionisti i 13 Comuni del nostro territorio, capofila Forlì, sarà chiamata ad un cospicuo esborso di soldi pubblici. E questo non è certo dimostrazione di buone prassi, di buona governance, oltre che la riprova di scarsa sensibilità dell’azienda nei rapporti con i sindacati". Ora comunque Alea Ambiente, secondo la procedura, potrà eventualmente appellare il provvedimento del giudice.
Maurizio Burnacci