Alluvione, la lezione dei bambini "Chi s’è salvato deve aiutare gli altri"

Una classe di Carpena ha dato vita a un tema collettivo: "L’hanno voluto intitolare ’L’imprevedibilità della vita’"

Alluvione, la lezione dei bambini  "Chi s’è salvato deve aiutare gli altri"

Alluvione, la lezione dei bambini "Chi s’è salvato deve aiutare gli altri"

di Maddalena de Franchis

"La vita è imprevedibile e noi dobbiamo imparare ad adattarci; le cose non sono importanti quanto la vita. Chi è stato fortunato dovrebbe sentirsi in dovere di aiutare gli altri". Cosa accade se, in una scuola elementare, i bambini e le bambine vengono invitati a riflettere ed esprimere ciò che sentono all’indomani della devastante alluvione che non ha risparmiato neppure le proprie case e quelle di tante persone care? Accade che prenda forma un componimento collettivo, una sorta di puzzle costruito coi pensieri di tutti: pensieri capaci di svelare una maturità e un senso di responsabilità che non ti aspetti.

Basta leggere il tema ‘L’imprevedibilità della vita’, scritto dai 18 alunni della classe quarta (sezione unica) della scuola primaria ‘Archimede Melloni’ di Capena, zona solo sfiorata dalla piena del Ronco, per avere conferma di quanto ancora abbiamo da imparare dai più piccoli, sia sulla capacità di reagire alle disavventure che sull’importanza di condividere la propria fortuna. Specialmente in un contesto in cui il discrimine tra sommersi e salvati è affidato al ‘caso’, a una semplice e beffarda casualità.

"Siamo tornati a scuola lunedì scorso", spiega la docente che ha assegnato il tema, Concetta Polimeni: "Di solito, il lunedì chiedo sempre agli alunni di raccontare cos’hanno fatto nel weekend precedente. Ma quello era stato un fine settimana particolare", e qui Polimeni fa una pausa. "C’era chi era andato ad aiutare i nonni a spalare il fango, chi a casa di qualche amichetto colpito dall’alluvione, chi aveva avuto il proprio scantinato invaso dall’acqua. Allora abbiamo deciso, tutti assieme, di cucire tutti i pensieri in un unico tema e di assegnare il titolo di comune accordo: sono stati loro a proporre ‘L’imprevedibilità della vita’".

Cosa provano, oggi, questi bambini? "Hanno 9-10 anni e, in un arco di tempo relativamente breve, hanno visto ciò che noi non avevamo sperimentato in 40 o 50 anni di vita. Una pandemia, una guerra nel cuore dell’Europa e, ora, un’alluvione nella loro città. Sicuramente hanno saputo sviluppare una flessibilità e una capacità di adattamento superiori alle nostre. Per usare un termine ‘di moda’, sono creature meravigliose e resilienti". Non solo: sono più consapevoli dell’impatto che i comportamenti di ciascuno possono avere sull’ambiente: "Ieri, durante l’ora di geografia, abbiamo parlato dei rischi idrogeologici del nostro territorio e, tra l’altro, della necessità di tenere sempre puliti gli argini dei fiumi. Sì, credo abbiano proprio tanto da insegnarci".