Per tutta l’estate, quattro ambulanze - una per ciascun capoluogo romagnolo - circoleranno senza infermiere a bordo. Una scelta già contestata nelle settimane scorse, su cui i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Luca Pestelli e Alberto Ferrero, tornano a chiedere spiegazioni con una nuova interpellanza alla commissione Sanità. "Accade spesso che a bordo del mezzo l’infermiere debba mettere in atto manovre e terapie necessarie per l’utente. L’assenza della figura professionale – si legge in una nota – comporterebbe un inevitabile abbassamento di efficacia ed efficienza dell’attività, non garantendo un’immediata risposta ai bisogni del paziente".
Nell’atto ispettivo i consiglieri chiedono, inoltre, se il numero di infermieri attualmente impiegati nel servizio coordinato dalla Centrale Operativa 118 sia sufficiente a coprire le esigenze del territorio, e quali misure sono state adottate per compensarne l’eventuale mancanza. A rispondere all’interrogazione Massimo Fabi, assessore regionale alle Politiche per la salute: "Si tratta di una scelta legata al periodo estivo, quando i mezzi di soccorso dell’Ausl Romagna passano da 45 a 54, a causa dall’alta valenza turistica. Attualmente, la dotazione infermieristica è di 277 unità, il 12% in meno del fabbisogno. Mancano, cioè, 38 operatori – spiega l’amministratore –. Una carenza che interessa tutto il Paese. Chiedere ulteriori sforzi al personale non è più praticabile".
Fabi ha precisato che il 50% degli interventi riguarda casi lievi: da qui la trasformazione, da giugno a settembre, di quattro ambulanze in unità di soccorso di base senza infermiere a bordo. Il consigliere forlivese Pestelli però non è soddisfatto e incalza: "I mezzi coinvolti non sono quelli convenzionati con cui l’Azienda cura l’azione di potenziamento, ma sono quelle strutturali. Inoltre, sul territorio romagnolo, a livello pro capite ci sono meno veicoli a leadership medica. Credo che l’Azienda dovrebbe interrogarsi anche sul fenomeno delle dimissioni volontarie che la coinvolge".